Assolti perché il fatto non sussiste. Un uomo di 32 anni e sua madre di 59, entrambi algheresi, sono stati assolti dall'accusa di induzione alla prostituzione nei confronti della ex fidanzatina del 32enne, che all'epoca dei fatti, nel 2011, aveva 16 anni. Il collegio dei giudici, presieduto da Monia Adami, ha respinto le richiestre di condanna a cinque anni e 14mila euro di multa per lui, e a sette anni e mezzo e 21mila euro di multa per la donna, formulate dalla pm Maria Paola Asara, pronunciando quindi una sentenza di assoluzione. Le motivazioni saranno pubblicate entro trenta giorni.
Secondo l'accusa i due imputati, difesi dagli avvocati Davide Manca e Franco Villa, avevano favorito e incoraggiato l'allora sedicenne a concedersi ad altri uomini più grandi di lei e facoltosi per soddisfare le fantasie sessuali di madre e figlio - allora aveva 19 anni - in cambio di denaro. In alcune occasioni la ragazza per le sue prestazioni sarebbe stata pagata anche con ricariche telefoniche.
Una tesi rigettata dalla difesa le cui argomentazioni alla fine hanno convinto i giudici. "I tanti dubbi di questa vicenda - aveva detto nella sua arringa l'avvocato Villa, difensore dell'uomo - non consentono di emettere una sentenza di condanna oltre ogni ragionevole dubbio". "I processi di induzione alla prostituzione sono ben altri - aveva chiarito il legale della donna, Davide Manca - e mi auguro che essere madre e frequentare la fidanziatina del proprio figlio non possa mai essere considerato reato".
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