La missione di trasferimento sulla superfice di Marte di macchinari adatti alla produzione di manufatti a supporto di futuri insediamenti parte dalla Sardegna. Presentato questa mattina a Roma dal Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), in collaborazione con il Centro di ricerca, sviluppo studi superiori in Sardegna (Crs4), Università di Cagliari, Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), Consorzio Ali, Avio e Lead Tech, il progetto "Space manufacturing in-situ", finanziato dal Ministero dell'università e della ricerca con quattro milioni di euro.
"Il brevetto di proprietà integrale del Dass - spiega il presidente Giacomo Cao, anche amministratore unico del Crs4 - è stato concesso una decina di anni fa in Europa, Cina, Stati Uniti, Russia, Giappone e India ed è considerato positivamente anche nell'ambito dell'Isecg, l'International space exploration and coordination group, che raggruppa tutte le principali agenzie spaziali mondiali".
Il progetto consente di dare seguito a una proposta più ampia denominata "Small mission to Mars" già all'attenzione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) e dell'Agenzia spaziale italiana. La missione ha l'obiettivo di inviare entro il 2031 sulla superficie di Marte una sonda interamente progettata e realizzata in Italia, al cui interno saranno alloggiati specifici payload (carichi utili) scientifici e tecnologici. Anche il veicolo di lancio Vega E, gestito dalla società Avio, sarà italiano.
"La Sardegna con il Crs4 e il Distretto aerospaziale si conferma protagonista nella ricerca, nell'alta tecnologia e nell'innovazione in ambito nazionale e internazionale - sottolinea il governatore Christian Solinas - Immaginare e realizzare soluzioni innovative che impatteranno nella nostra vita per renderla migliore è una sfida che ci vede impegnati". In campo anche l'Universitá di Cagliari. "Riteniamo che il progetto che ci vede coinvolti sia di rilievo, pertanto - dichiara il rettore Francesco Mola -siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo in una sfida di tale impatto nella comunità scientifica internazionale".
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