Sardegna

Portovesme srl, 24 ore di sciopero con lo sguardo a Roma

Incontro al Mimit tra governo e Glencore

Redazione Ansa

La mobilitazione dei lavoratori diretti e indiretti della Portovesme srl riparte con lo sciopero di 24 ore proclamato per oggi e che terminerà con l'ultimo turno di domattina alle 6. Una vertenza che i sindacati e i lavoratori portano avanti da tempo e che guarda con interesse al futuro dello stabilimento, con la multinazionale Glencore che punta al riutilizzo della black mass per rigenerare le batterie di auto elettriche.
    La fabbrica, però, viaggia a regime ridotto, dopo lo stop alle linee piombo e zinco (in parte) e lo stop alla fonderia di San Gavino. Per questo i sindacati degli operai diretti e degli appalti chiedono a gran voce che il nuovo progetto possa avere gambe ma partendo dall'esistente, ossia si arrivi alla riconversione con tutti gli impianti in marcia. Ma la Portovesme, anche nei tavoli tecnici svolti a Roma, ha sempre sostenuto che a oggi non ci sono le condizioni di mercato per riprendere quelle produzioni fermate. Proprio per cercare di smovere lo stallo che perdura da mesi oggi presidio iai cancelli e astensione dal lavoro che ha coinvolto - secondo i dati dei sindacati - la totalità della manodopera interna ed esterna, ad esclusione degli addetti alla salvaguardia degli impianti.
    Uno giornata di sciopero - con tanto di presidio al quale hanno partecipato anche alcuni sindaci del territorio - che coincide con l'incontro fissato oggi al Mimit tra il governo e la Glencore per discutere della situazione attuale e del progetto di revamping, il cui iter è già all'attenzione degli uffici regionali dell'Ambiente. 

Sindacati, 'senza risposte sarà un autunno caldo'

Lo sciopero di oggi dei lavoratori diretti e degli appalti della Portovesme srl è il preludio a un autunno caldo sul fronte della vertenza sindacale. Senza, infatti, risposte concrete sulla ripartenza degli impianti e sul contestuale revamping per trasformare la fabbrica del Sulcis in uno stabilimento di recupero dei metalli che compongono la black mass nelle batterie delle auto, le sigle e i lavoratori sono pronti ad altre azioni di lotta, anche eclatanti, al termine della pausa estiva. "Lo sciopero di oggi è un risultato eccezionale - spiega il segretario territoriale della Filctem Cgil Emanuele Madeddu - Ora attendiamo l'incontro di oggi per capire se ci sarà l'auspicata svolta sulla ripartenza e per guardare positivamente al nuovo progetto. Noi vogliamo arrivarci con gli impianti in marcia e l'iniziativa di oggi mostra che c'è ancora, da parte dei lavoratori, grande voglia di combattere e non ci si fermerà a questo".

"Chiediamo al governo che trovi al governo una soluzione sul prezzo dell'energia e che la Glencore rimetta in marcia la linea zinco - aggiunge Vincenzo Lai della Femca Cisl - vogliamo arrivare a fine investimento con lo stabilimento in marcia. Non siamo contrari all'investimento ma oggi siamo ancora diffidenti, perché l'unico passo concreto è l'iter per un impianto pilota, Vogliamo risposte o a settembre riprenderà la lotta".

Secondo Pierluigi Loi della Uiltec, "l'incontro di oggi diventa dirimente. Bisogna far ripartire San Gavino e la linea zinco in modo da arrivare al nuovo progetto con gli impianti completamente in marcia. E' stato presentato l'iter per un impianto demo che dal punto di vista occupazionale potrà impiegare al massimo massimo 30 persone che è niente rispetto alla forza lavoro della Portovesme srl. Senza soluzioni alla ripresa delle ferie estive sarà un autunno di lotta".

"Continuiamo a vedere licenziamenti, cig e trasferimenti negli appalti - osserva Renato Tocco della Uilm - La politica deve permettere all'azienda di proseguire, ma la Glencore deve essere conseguente con gli impegni presi: ci sono in gioco 1500 buste paga".

Sindacati, 'senza risposte sarà un autunno caldo'

Lo sciopero di oggi dei lavoratori diretti e degli appalti della Portovesme srl è il preludio a un autunno caldo sul fronte della vertenza sindacale. Senza, infatti, risposte concrete sulla ripartenza degli impianti e sul contestuale revamping per trasformare la fabbrica del Sulcis in uno stabilimento di recupero dei metalli che compongono la black mass nelle batterie delle auto, le sigle e i lavoratori sono pronti ad altre azioni di lotta, anche eclatanti, al termine della pausa estiva. "Lo sciopero di oggi è un risultato eccezionale - spiega il segretario territoriale della Filctem Cgil Emanuele Madeddu - Ora attendiamo l'incontro di oggi per capire se ci sarà l'auspicata svolta sulla ripartenza e per guardare positivamente al nuovo progetto. Noi vogliamo arrivarci con gli impianti in marcia e l'iniziativa di oggi mostra che c'è ancora, da parte dei lavoratori, grande voglia di combattere e non ci si fermerà a questo".

"Chiediamo al governo che trovi al governo una soluzione sul prezzo dell'energia e che la Glencore rimetta in marcia la linea zinco - aggiunge Vincenzo Lai della Femca Cisl - vogliamo arrivare a fine investimento con lo stabilimento in marcia. Non siamo contrari all'investimento ma oggi siamo ancora diffidenti, perché l'unico passo concreto è l'iter per un impianto pilota, Vogliamo risposte o a settembre riprenderà la lotta".

Secondo Pierluigi Loi della Uiltec, "l'incontro di oggi diventa dirimente. Bisogna far ripartire San Gavino e la linea zinco in modo da arrivare al nuovo progetto con gli impianti completamente in marcia. E' stato presentato l'iter per un impianto demo che dal punto di vista occupazionale potrà impiegare al massimo massimo 30 persone che è niente rispetto alla forza lavoro della Portovesme srl. Senza soluzioni alla ripresa delle ferie estive sarà un autunno di lotta".

"Continuiamo a vedere licenziamenti, cig e trasferimenti negli appalti - osserva Renato Tocco della Uilm - La politica deve permettere all'azienda di proseguire, ma la Glencore deve essere conseguente con gli impegni presi: ci sono in gioco 1500 buste paga".

Sindacati, 'senza risposte sarà un autunno caldo'

Lo sciopero di oggi dei lavoratori diretti e degli appalti della Portovesme srl è il preludio a un autunno caldo sul fronte della vertenza sindacale. Senza, infatti, risposte concrete sulla ripartenza degli impianti e sul contestuale revamping per trasformare la fabbrica del Sulcis in uno stabilimento di recupero dei metalli che compongono la black mass nelle batterie delle auto, le sigle e i lavoratori sono pronti ad altre azioni di lotta, anche eclatanti, al termine della pausa estiva. "Lo sciopero di oggi è un risultato eccezionale - spiega il segretario territoriale della Filctem Cgil Emanuele Madeddu - Ora attendiamo l'incontro di oggi per capire se ci sarà l'auspicata svolta sulla ripartenza e per guardare positivamente al nuovo progetto. Noi vogliamo arrivarci con gli impianti in marcia e l'iniziativa di oggi mostra che c'è ancora, da parte dei lavoratori, grande voglia di combattere e non ci si fermerà a questo".

"Chiediamo al governo che trovi al governo una soluzione sul prezzo dell'energia e che la Glencore rimetta in marcia la linea zinco - aggiunge Vincenzo Lai della Femca Cisl - vogliamo arrivare a fine investimento con lo stabilimento in marcia. Non siamo contrari all'investimento ma oggi siamo ancora diffidenti, perché l'unico passo concreto è l'iter per un impianto pilota, Vogliamo risposte o a settembre riprenderà la lotta".

Secondo Pierluigi Loi della Uiltec, "l'incontro di oggi diventa dirimente. Bisogna far ripartire San Gavino e la linea zinco in modo da arrivare al nuovo progetto con gli impianti completamente in marcia. E' stato presentato l'iter per un impianto demo che dal punto di vista occupazionale potrà impiegare al massimo massimo 30 persone che è niente rispetto alla forza lavoro della Portovesme srl. Senza soluzioni alla ripresa delle ferie estive sarà un autunno di lotta".

"Continuiamo a vedere licenziamenti, cig e trasferimenti negli appalti - osserva Renato Tocco della Uilm - La politica deve permettere all'azienda di proseguire, ma la Glencore deve essere conseguente con gli impegni presi: ci sono in gioco 1500 buste paga".

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