Primo giorno di accessi a numero chiuso a Cala Luna, perla del golfo di Orosei nei territori di Baunei e Dorgali. E primo giorno di polemiche. Secondo le disposizioni del prefetto di Nuoro, Giancarlo Dionisi, impartite al Comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico, possono stazionare al massimo 500 persone in contemporanea sulla spiaggia, a cui si accede solo dal mare. Disposizioni già operative prima della circolare che sarà emanata tra giovedì e venerdì. La stretta mira a salvaguardare l'ambiente e a garantire la sicurezza delle persone sull'arenile. Il prefetto è intervenuto dopo lo stop all'ordinanza sul numero chiuso annunciato nei giorni scorsi della sindaca di Dorgali, Angela Testone, che aveva denunciato "pressioni al limite delle minacce". Un'ordinanza che sarebbe dovuta scattare il primo agosto e sino al 15 settembre. Ma una decisione presa troppo tardi - avevano lamentato gli oppositori - che non era piaciuta soprattutto al sindaco di Baunei, Comune confinante con Dorgali, Stefano Monni, che rivendicava una scelta condivisa.
"Oggi Cala Luna era lontana dai numeri che solitamente si registrano nelle settimane centrali di agosto - afferma all'ANSA Gianfranco Fancello del Consorzio trasporti marittimi - ma tuttavia presidiata dai mezzi della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Ora è necessario un percorso condiviso che inizieremo a fare da ottobre con le istituzioni. Alcuni modelli ce li abbiamo già: Cala Mariolu, Cala Biriala e Cala Gabbiani a Baunei sono a numero chiuso e le imbarcazioni fanno i turni, è questa la strada anche per Cala Luna".
Sulla vicenda interviene anche il navigatore oceanico Gaetano Mura, originario proprio di Cala Gonone: "Il problema Cala Luna è la punta dell'iceberg del disastro ambientale e sociale che il nostro territorio, consacrato al danaro e al turismo, subisce - attacca il velista -. L'iniziativa della sindaca è stato un segnale importante che con tempi e modalità diverse avrebbe potuto aprire la strada. É normale che gli operatori si oppongano e si ribellino vedendosi preclusa di punto in bianco la possibilità operare. Bisognerebbe però domandarsi come si é arrivati a dare tutte queste licenze. C'è tanto bisogno di cultura ambientale: bisogna investire sui giovani, le vere vittime di tutto questo", conclude Gaetano Mura.
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