Sardegna

Sbarco di migranti nel sud Sardegna, arrestati tre scafisti

Erano pronti a tornare in Tunisia ma il motore si è inceppato

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 02 AGO - Gli scafisti volevano tornare subito in Tunisia, ma non sono riusciti a rimettere in moto il peschereccio. Per questo hanno cercato di confondersi tra i 15 migranti che avevano appena fatto scendere nella zona della spiaggia di Cala Cipolla, a Domus De Maria, sulla costa sud occidentale della Sardegna.
    Uno stratagemma che però non ha ingannato la Guardia di Finanza. E per tre uomini di nazionalità tunisina è scattato l'arresto: il reato contestato è quello di reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Sono ritenuti responsabili di aver organizzato ed eseguito la traversata dalle coste tunisine alla Sardegna. Le indagini svolte dai militari della Guardia di Finanza specializzati in operazioni navali hanno consentito di appurare che il peschereccio, di legno e lungo circa 9 metri, sarebbe stato impiegato dai 3 tunisini arrestati per trasportare gli altri connazionali, tutti fermati in spiaggia e condotti al Centro di Prima Accoglienza di Monastir grazie alla collaborazione dei Carabinieri della locale stazione. Dalla ricostruzione dei finanzieri, l'intento dei tre trafficanti sarebbe stato quello di giungere nei pressi di Cala Cipolla per sbarcare i 15 migranti irregolari e fare rientro in Tunisia. Un'ipotesi avvalorata anche dall'eccessiva quantità di carburante ancora a bordo sia nel serbatoio principale sia in apposite taniche di riserva. A far saltare i piani sarebbe stata la difficoltà a rimettere in moto il peschereccio a causa di problemi tecnici al motore. Un problena che ha costretto i 3, alla vista delle forze di polizia a terra, ad abbandonare l'imbarcazione dopo un maldestro ancoraggio, confondendosi tra gli altri connazionali.
    Successivamente la Gdf ha recuperato e sequestrato il peschereccio, rilevando elementi ritenuti fondamentali per ricostruire la dinamica dello sbarco e per consentire l'arresto dei tunisini, poi condotti al carcere di Uta. (ANSA).
   

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