(ANSA) - CAGLIARI, 07 OTT - Accolti nel progetto "Elen Joy
Sardegna" dedicato alle vittime di tratta e grave sfruttamento:
per oltre 200 donne e 39 uomini negli ultimi 20 anni la vita è
cambiata. A loro si aggiungono i minori stranieri non
accompagnati: sono complessivamente 279 le persone che, grazie
alla Congregazione delle Figlie della Carità, hanno riscoperto
il lavoro regolare, gli affetti, un'esistenza finalmente
tranquilla.
Proprio la Congregazione delle Figlie della Carità stamattina
ha presentato i risultati di un impegno - iniziato nel 2003 con
la prima partecipazione al bando nazionale emanato dal
Dipartimento per le Pari Opportunità per contrastare la tratta
degli esseri umani. "Ma la prima accoglienza - dice suor
Caterina Bua, legale rappresentante e responsabile del progetto
- risale al 1997, quando la Congregazione, benché non ancora
strutturata per accogliere questa 'nuova povertà', decide di
stare accanto a queste persone sfruttate". In questi anni il
progetto Elen Joy - dal nome della prima donna salvata dallo
sfruttamento sessuale - ha potenziato la sua organizzazione:
conta attualmente 20 professionisti (educatori, pedagogisti,
psicologi, mediatori culturali).
"Nell'area accoglienza - dice Francesca Pitzalis
coordinatrice del progetto - molte donne in gravidanza o con
bambino, un fenomeno oggi di nuovo all'attenzione della rete
antitratta: in questi anni sono stati accolti 52 bambini con le
loro mamme, per lo più neonati o nella fascia d'età 0/3 anni»".
In riferimento alla prostituzione sessuale su strada gli
operatori del progetto distinguono tra pre e post pandemia da
Covid. "Attualmente le presenze su strada - dice Valentina
Sanna, referente area contatto ed emersione - raggiungono una
media approssimativa di 15-18 donne cisgender (persona nella
quale collimano il sesso biologico e l'identità di genere, ndr)
su Cagliari e 6-10 donne cisgender e donne transgender nel
territorio di Sassari. Riguardo la prostituzione su strada, a
fronte di una media di 50 uscite totali delle unità di strada -
rispettivamente 30 e 20 per il territorio di Cagliari e Sassari
- le nazionalità incontrate sono principalmente nigeriana,
romena, colombiana, scarsamente rappresentate quella cinese,
dominicana. Nella prostituzione indoor, la rappresentazione è
nettamente più varia, abbracciando molti stati del Sud America:
Colombia, Brasile (sopra tutti), Est Europa (Romania in
particolare) mentre scompare completamente la presenza delle
donne provenienti dall'Africa sub-sahariana (secondo le indagini
effettuate dall'équipe di contatto)".
Secondo il report in Sardegna lo sfruttamento lavorativo
riguarda agricoltura, con il fenomeno del caporalato,
allevamento e pastorizia, il terziario con un'alta
concentrazione nell'ambito della ristorazione e turistico.
(ANSA).
Donne e uomini sfruttati, in 300 salvati da suore della Carità
Bilancio degli ultimi 20 anni in Sardegna progetto Elen Joy