(ANSA) - ROMA, 30 OTT - "Si racchiude tutto nell'amore per
Cagliari. Era giusto subito tornare in Serie A e ieri per
chiudere un po' il cerchio, sembrava che la prima vittoria in
Serie A aspettasse di nuovo me".
Poi Pavoletti parla del rapporto con padre e il calcio: "Se mi
fossi tolto la maglia nell'esultanza mio padre non me l'avrebbe
perdonata, è molto severo, mi manda un papiro a fine partita.
Lui è veramente il mio fuoco, a volte io non credo a quello che
crede lui, mi vede ancora il Pavoletti da 20 gol ed è il mio
motore. Ieri però mi ha riempito di complimenti. Mio padre
giocava a tennis e lui era il mio eroe, infatti ho iniziato col
tennis e solo a 10 anni mi sono dato al calcio. Poi in
adolescenza ho provato anche il rugby e me la cavavo bene".
L'obiettivo stagionale? "Sono all'ultimo anno di contratto e, se
dovesse essere l'ultimo, il mio sogno sarebbe fare di tutto per
far salvare il Cagliari e lasciare nel migliore dei modi. Stare
qui è un regalo ogni giorno, il minimo che posso fare è dare il
mio contributo con i gol e con la mia presenza nello
spogliatoio, c'è tanto valore umano nella nostra squadra, un
allenatore che non ha bisogno che lo presento io e un ambiente
serio, non sarà facile ma possiamo farcela".
Infine Pavoletti risponde ad una domanda sul suo ruolo alla
Altafini: "Io vorrei sempre giocare, dico la verità, ma come
faccio a dire al mister cosa fare che le indovina tutte? Mi
faccio degli esami di coscienza, ad inizio stagione non ero in
formissima, di solito il mio vero campionato parte ad ottobre,
quindi sono in linea. Non mi sento ancora finito, credo di poter
dare ancora qualcosa". (ANSA).
Cagliari; Pavoletti 'prima vittoria in A aspettava me'
Il bomber sardi:'voglio la salvezza, non mi sento ancora finito'