Emergono nuove scoperte dalla campagna di scavi avviata a luglio sul sito archeologico di Mont'e Prama a Cabras, nell'Oristanese, noto per avere conservato per secoli le grandi statue dei Giganti ora esposte in museo. Secondo quanto appreso dall'ANSA, l'ultimo ritrovamento riguarda tre nuovi modelli di nuraghi in miniatura che vengono già giudicati importanti per ricostruire la reale conformazione delle strutture coniche conosciute in tutto il mondo. I siti nuragici arrivati sino ai nostri tempi, infatti, rappresentano in molti casi solo la parte bassa delle strutture, mentre non sono rimaste in piedi le coperture. Questi modelli - che sono già stati presi in consegna dagli studiosi - potrebbero svelare qualcosa di più attraverso una ricostruzione in 3D. Già a maggio dello scorso anno erano stati trovati, nella stessa area i torsi di due pugilatori, il grande scudo flessibile che copre il ventre e si avvolge sul braccio, e poi una testa, gambe e altre parti dei corpi statuari, oltre a frammenti di un modello di nuraghe. Ora gli archeologi non escludono che dal terreno possano emergere nuove e importanti scoperte.
Nella necropoli nuragica di Mont'e Prama gli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna continuano a restituire evidenze di un antico passato, ancora in gran parte da indagare. Il cantiere aperto nel luglio scorso sotto la direzione scientifica dei funzionari archeologi Alessandro Usai e Maura Vargiu, in questa fase nel settore meridionale della necropoli, sta mettendo in luce nuove tombe a pozzetto semplice, allineate accanto al margine orientale della strada. In questi giorni sono emersi frammenti che sarebbero in parte riferibili ai due grandi modelli di nuraghe a nove torri rinvenuti nei saggi esplorativi del 2016 e da allora esposti nel Museo civico di Cabras. Poi anche un poderoso modello di nuraghe del rarissimo tipo a terrazzo quadrato, quasi integro.
Per Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggi del ministero della Cultura, "i materiali rinvenuti, che integrano con nuovi documenti il già ricco dossier dei modelli di nuraghe già noti, consentono di approfondire la ricerca e, quindi, la conoscenza, sull'architettura delle strutture nuragiche, in particolare delle parti più alte, che nei monumenti archeologici conservati risultano spesso assenti ma anche e soprattutto, sul significato rituale di questi oggetti in relazione al contesto di rinvenimento". "L'attuale cantiere di scavo proseguirà fino a giugno 2024 su un'area più vasta rispetto al passato e contiamo possa restituire nuovi elementi utili a ricostruire il contesto attorno alla necropoli, sia nell'età nuragica che in quelle precedenti e successive", aggiunge Monica Stochino, soprintendente Abap per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Fondazione Mont'e Prama, Anthony Muroni: "Gli ottimi risultati dell'attività di ricerca portata avanti dalla Soprintendenza confermano che il percorso comune che abbiamo intrapreso per la valorizzazione del sito e, più in generale, del Parco archeologico naturale di Cabras, è quello giusto. La Fondazione fa già la sua parte nel settore della valorizzazione e con l'assunzione del personale nell'area scientifica è pronta a dare il suo contributo anche nel settore della ricerca, nell'attesa degli espropri di Mont'e Prama".