Sardegna

Petizione contro chiusura guardie mediche, 1200 firme in 24 ore

Sindacato Smi in campo, 'tutela salute dei sardi a rischio'

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 27 NOV - Una petizione popolare, che in un giorno ha raccolto 1200 firme, per chiedere di non tagliare le guardie mediche nell'Isola.
    "La tutela della salute della popolazione sarda è a rischio perché nel prossimo accordo integrativo regionale per la medicina generale l'attuale giunta intende accorpare e ridurre enormemente il numero delle guardie mediche, da 191 a circa 50, con turni per i medici di circa 4/6 ore e chiusura del servizio a mezzanotte", attacca Luciano Congiu, segretario regionale del Smi.
    "Il governo regionale, in questo modo, intenderebbe chiudere il 78% delle guardie mediche a mezzanotte. Questo porterà di fatto allo smantellamento del servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica). Le conseguenze saranno che ovunque (come già succede in Lombardia), a cominciare dalle zone più disagiate, si perderà, progressivamente, un servizio essenziale per la popolazione sarda che verrà così costretta a ricorrere al 118 e ai pronto soccorso ospedalieri che sono già in crisi, con la fuga dei medici dalle zone più sfavorite della regione, dalla medicina del territorio e dal servizio pubblico.
    Si creerà una situazione nella quale sarà irrealizzabile che i pochi medici in servizio, possano effettuare, su ambiti territoriali così estesi, anche le visite domiciliari".
    "Ne conseguirà che ovunque, ma soprattutto in molte zone disagiate o disagiatissime, verrà meno l'unico riferimento sanitario per la popolazione, che sarà costretta a ricorrere al 118 o direttamente ai pronto soccorso, con un fenomeno a cascata e sovraccarico lavorativo su altri comparti, inclusi i medici di famiglia - aggiunge Congiu - Per fare un esempio, per una Guardia Medica di Decimomannu che rimarrà aperta h24 chiuderanno, invece, a mezzanotte le guardie mediche di Elmas, Assemini, Uta, San Sperate, Siliqua, Villasor, ecc.". Si può firmare su Change.org (di seguito il link: https://chng.it/vpKG4Njr) o negli ambulatori dei medici di famiglia". (ANSA).
   

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