(ANSA) - SASSARI, 01 DIC - L'epatocarcinoma è il più
frequente tumore primitivo del fegato poiché è, tra tutti i
tumori, il sesto per incidenza. I casi di epatocarcinoma sono in
aumento, nonostante i progressi della ricerca medica, e
rappresentano la seconda causa di morte per neoplasia in tutto
il mondo.
"I numeri sono alti - afferma Giuliano Alagna, direttore
della Epatologia dell'Aou di Sassari - e, malgrado la capacità
di cura raggiunta negli ultimi anni, nel nostro ambulatorio
vediamo circa 400 nuovi pazienti l'anno con gravi patologie al
fegato di varia eziologia. L' epatopatie restano pertanto una
problematica importante dal punto di vista della morbilità e
della mortalità".
I numeri registrati a Sassari dalla struttura di Epatologia
danno il quadro di una situazione che merita di essere
monitorata costantemente. Da gennaio di quest'anno la struttura
diretta dal dottor Alagna, che dal 18 ottobre da servizio
ambulatoriale è diventata struttura semplice dipartimentale con
6 posti letto previsti dall'Atto aziendale, ha effettuato oltre
2300 visite, ha preso in carico 1060 pazienti con un'età media
di 55 anni. Di questi circa 200 presentavano una steatoepatite
non alcolica, conosciuta come Nafld/Nash o "fegato grasso",
quindi 150 epatiti virali B e C, altri 150 circa epatiti
alcoliche, 120 con epatopatie autoimmuni ed altri ancora affetti
da cirrosi epatica o tumori primitivi del fegato. "Se per la
prevenzione dell'epatite B esiste un vaccino - puntualizza
Alagna - per la C non abbiamo a disposizione questa opzione,
ecco perché diventa fondamentale lo screening e l'eradicazione".
I medici e gli infermieri dell'Epatologia sono stati
impegnati anche con Emergency, proprio in screening mirati su
particolari fasce di popolazione. "Alcune forme di epatite sono
legate a particolari stili di vita - ricorda lo specialista - e
possono evolvere verso fibrosi, cirrosi e, appunto, tumori
primitivi del fegato. Il nostro lavoro ci vede operare in
stretta sinergia con altre strutture aziendali. La forza del
nostro ambulatorio è nel prendere in carico il paziente e
inserirlo in un percorso multidisciplinare che coinvolge tanti
specialisti. La collaborazione con il Day hospital di Medicina
Interna, con la Gastroenterologia la Radiologia, le Malattie
infettive, l'Oncologia, l'Anatomia patologica, la Microbiologia
e il laboratorio analisi, rende possibile gestire patologie
complesse senza necessità di ricovero". (ANSA).
Dall'epatologia nuove strategie per malattie del fegato
AOU Sassari, struttura con 6 posti letto di degenza ordinaria