Sardegna

Nell'Isola Geppy Gleijeses e il teatro di Eduardo De Filippo

Intrecci tra vita e arte, Uomo e Galantuomo a Cagliari e Sassari

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 14 DIC - Una commedia brillante per sorridere delle umane debolezze. "Uomo e Galantuomo", la prima commedia scritta da Eduardo De Filippo, in scena sino al 17 dicembre al Teatro Massimo di Cagliari e lunedì 18 al Comunale di Sassari per La Grande Prosa del Cedac, narra l'arrivo di una compagnia di guitti in una località balneare.
    Un gioco metateatrale dove arte e vita si intrecciano per la pièce interpretata da Geppy Gleijeses con Patrizia Spinosi e Ciro Capano accanto a Roberta Lucca, Gregorio Maria De Paola, Irene Grasso e Riccardo Feola, Salvatore Felaco e Demi Licata con la partecipazione di Ernesto Mahieux, per la regia di Armando Pugliese, produzione Gitiesse Artisti Riuniti e Teatro della Toscana.
    "La tradizione non è il culto delle ceneri, ma la custodia del fuoco: Eduardo è stato il mio maestro, mettere in scena le sue opere per me, che ho ricevuto direttamente il suo permesso, in un certo senso è più semplice. L'importante è ricordarsi che non si deve mai copiare, perché l'originale non è raggiungibile, ma cercare una via nuova", racconta all'ANSA Gleijeses.
    L'attore partenopeo veste i panni di Gennaro De Sia, capocomico di una scalcagnata compagnia, che ha una relazione con la primadonna Viola, vistosamente incinta: mentre gli artisti si accingono a provare "Mala Nova" di Libero Bovio, con effetti esilaranti come nella famosa scena del suggeritore, si scopre che anche il loro ospite, don Alberto De Stefano, ha una liaison con la misteriosa Bice. Sopraggiunge Salvatore, fratello di Viola, deciso a salvare l' onore della sorella e nascono una serie di equivoci, finché si rivela che Bice è in realtà la moglie del conte Carlo Tolentano: la farsa potrebbe finire in tragedia, ma per sfuggire al carcere o a un duello e evitare lo scandalo "basta" fingere la pazzia. Gleijeses, premiato come miglior attore europeo dall'Accademia Medicea per "Filumena Marturano" con regia di Liliana Cavani, ripercorre la sua carriera: "ho esordito nel 1974 in "Il figlio di Pulcinella" di Eduardo, poi ho fatto "Chi è cchiù felice e' me" e "Gennariniello", ed è arrivato il successo di "Amore e commedia" insieme a Marco Mete. Ho fondato compagnie e diretto teatri, e non ho mai smesso di recitare, portando in scena i classici e gli autori italiani del Novecento, e il pubblico ancora mi segue. Sono stato fortunato". (ANSA).
   

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