(ANSA) - CAGLIARI, 15 DIC - "Gli accusati e i loro difensori
devono avere il diritto, riconosciuto dalla Costituzione e dalla
legge e disciplinato in udienza dal giudice, di condurre il
controesame nel modo che ritengono più utile per la difesa; le
presunte vittime devono avere il diritto di essere protette e
tutelate nei luoghi e nelle forme a ciò destinati, senza la
trasformazione del processo penale in improprio strumento di
tutela e di contrasto ai fenomeni; i giudici devono essere
rispettati quando ammettono, consentono ovvero propongono
direttamente domande che, per quanto poco piacevoli, sono
ritenute necessarie per l'accertamento della verità". Lo
scrivono in un lungo documento i presidenti degli ordini forensi
della Sardegna, in merito alle polemiche suscitate dopo le
ultime due udienze del processo per stupro di gruppo che vede
imputati a Tempio Pausania Ciro Grillo, Edoardo Capitta,
Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia,
"È in gioco un modello di civiltà la cui affermazione
protegge i diritti di tutti, perché a tutti può capitare di
essere colpiti da un'accusa la cui verità solo il processo può
stabilire - osservano Lorenzo Soro (presidente Coa Nuoro),
Gabriele Satta (Sassari), Enrico Meloni Oristano), Matteo Pinna
(Cagliari), Vito Cofano (Lanusei) e Carlo Selis (Tempio
Pausania) - se ne ricordino i cittadini, se ne ricordino i
politici, se ne ricordino i giornalisti, se ne ricordino,
soprattutto, gli avvocati".
Processo Grillo jr: avvocati, 'domande per accertare verità'
Nota Ordine, 'rispettare avvocati, giudici, vittime, è civiltà'