Nessun colpevole per l'alluvione che costò la vita a sei persone a Olbia il 18 novembre 2013. La Corte di Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo plurimo di cui erano accusati l'ex sindaco del capoluogo gallurese Gianni Giovannelli, il dirigente comunale Antonello Zanda e il funzionario Giuseppe Budroni, già condannati in appello a Sassari a due anni (Giovannelli) e un anno e otto mesi (i due dirigenti).
Dopo dieci anni si conclude così a Roma il maxi processo sul ciclone Cleopatra che causò la morte di 19 persone in Sardegna, 13 delle quali solo in Gallura.
La Corte ha anche annullato gli aspeti della vicenda che riguardano gli effetti civili nei confronti di Budroni e Zanda, "con rinvio al giudice civile competente per valore in grado di appello". Rigettato, invece, un analogo ricorso presentato da Giovannelli e dal Comune di Olbia, che, in solido, dovranno rifondere le spese sostenute per il giudizio di legittimità alle parti civili (ripartite nel dispositivo), ossia i familiari delle vittime morte durante l'alluvione.
A leggere il dispositivo, secondo gli avvocati difensori, non sembra che la prescrizione sia avvenuta prima della sentenza di condanna inflitta dalla Corte d'appello di Sassari. E quindi parrebbe che i familiari delle vittime, costituite parte civile, non dovranno restituire i soldi dei risarcimenti già ottenuti.
"Attendiamo, però, le motivazioni per capire meglio - spiega all'ANSA l'avvocato Jacopo Merlini, che con il collega Pasquale Ramazzotti difende Budroni e Zanda - Possiamo comunque già dirci molto soddisfatti per come è andata".
Sono soddisfatti della sentenza della Corte di Cassazione nel processo per i sei morti nell'alluvione di Olbia gli avvocati di parte civile Domenico Putzolu e Giampaolo Murrighile, che hanno tutelato due delle famiglie delle vittime. Ricordando che la prescrizione è intervenuta per l'omicidio colposo plurimo, reati contestati al sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, e ai due dirigenti comunali, Antonello Zanda e Giuseppe Budroni, i legali puntualizzano che "l'affermazione da parte della suprema Corte della responsabilità del Comune di Olbia chiude definitivamente la porta a qualsiasi altra lettura strumentale della vicenda". "La Corte di Cassazione - spiegano i legali in una nota stampa - ha confermato la condanna al risarcimento del danno statuita dalla Corte di Appello nei confronti del sindaco Giovannelli e del Comune di Olbia, che dovrà essere determinata nel suo ammontare dal giudice civile. Per quanto attiene le statuizioni civili concernenti Budroni Giuseppe e Zanda Antonio Giovanni la Cassazione - precisano - ha demandato alla Corte di Appello in sede civile l'accertamento anche della loro responsabilità risarcitoria e quindi non solo del suo ammontare". "L'esito della sentenza rassegna alla storia del nostro Paese il fatto che le vittime dell'alluvione hanno perso la vita per le grave colpa di coloro che erano chiamati a gestire gli effetti della grave calamità - sostengono gli avvocati Putzolu e Murrighile - Le famiglie Nieddu-Corona non hanno mai perseguito propositi vendicativi e quindi non auspicavano pene esemplari, ma hanno agito al solo fine di far emergere le effettive responsabilità che la sentenza della Cassazione ha definitivamente sancito".
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