(ANSA) - CAGLIARI, 29 DIC - Il 57% dei medici sardi pensa di
lasciare il servizio pubblico: il 35% per andare nel privato, un
altro 21% per cambiare attività. La metà di loro dice che,
tornando indietro, non sceglierebbe più di iscriversi in
medicina.
Il bicchiere mezzo pieno? C'è chi vuole restare dov'è: il 50%
dei fedelissimi motiva la sua scelta con la coscienza di voler
garantire a tutti il diritto alla salute. E poi c'è un buon 35%
che percepisce ancora come un valore la sicurezza del posto di
lavoro. L'indagine punta poi ad analizzare le criticità nei
reparti di medicina interna, quelli che in media assorbono circa
il 50% di tutti i ricoveri ospedalieri. Per il 14% il problema -
secondo il report - resta la carenza di personale medico e
infermieristico. La scarsa valorizzazione del medico di medicina
interna nell'organizzazione del lavoro ospedaliero è invece
segnalata dal 42% degli internisti. La scarsa o mancata
integrazione tra ospedale e servizi territoriali è indicata dal
15% degli intervistati. Quasi un plebiscito a favore
dell'utilizzo degli specializzandi a copertura dei vuoti in
pianta organica: solo il 21% pensa possano mettere a rischio la
qualità dell'assistenza. Per il 57% è invece utile, purché
svolgano le loro attività affiancati da un tutor.
La formula "straordinari meglio pagati, uguale meno liste di
attesa" contenuta nella manovra economica convince i medici: è
giudicata efficace dal 50% degli intervistati, ma per il 28% è
importante assumere personale. Mentre per il 14% è fondamentale
organizzare meglio le attività in modo da garantire un utilizzo
più esteso sia delle apparecchiature diagnostiche che delle
risorse umane.
"Le criticità maggiori della medicina interna in Sardegna -
commenta il presidente della Fadoi Sardegna, Carlo Usai - sono
certamente legate alla carenza di personale medico e
infermieristico in alcuni presidi ospedalieri, all'incompleta e
insufficiente integrazione fra ospedale e territorio, alla
scarsa valorizzazione della figura del medico internista.
Tuttavia, come anche emerge dall'indagine, stanno iniziando a
comparire delle proposte per risolvere queste problematiche come
la contrattualizzazione dei medici in formazione, l'utilizzo
delle prestazioni aggiuntive, la creazione di modelli
organizzativi per l'integrazione ospedale-territorio. Ci
auguriamo, come Fadoi Sardegna - conclude Usai - che al più
presto queste proposte possano trovare la piena attuazione con
la cabina di regia del medico internista". (ANSA).
Medici insoddisfatti, 57% medita l'addio al servizio pubblico
Report Fadoi, il 35% pensa di puntare sul "privato"