(ANSA) - CAGLIARI, 31 GEN - Il Tar dà ragione al Comune sul
regolamento che vieta di incatenare le biciclette a
infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo e i ciclisti,
che avevano presentato ricorso, dopo la sconfitta in primo grado
tornano alla carica. La Fiab, Federazione Italiana Ambiente e
Bicicletta, annuncia che andrà avanti nella battaglia con
l'impugnazione della sentenza del Tar al Consiglio di Stato.
"Alla base dell'impugnazione - spiga la Fiab - vi è la
carenza di rastrelliere in città. L'amministrazione, infatti,
consapevole di questo, anziché fornirle, ha vietato
l'incatenamento ai supporti esistenti, impedendo di fatto
l'unica sosta sicura delle biciclette". E il problema del
decoro? "La carenza di rastrelliere in città fa venir meno anche
la lesione del decoro - spiega la Fiab - alla cui tutela sarebbe
finalizzato il divieto impugnato. Quanto all'aspetto estetico
del decoro, la lesione dello stesso non può ravvisarsi in una
bicicletta agganciata a un supporto che - in un contesto, come
quello cittadino, degradato dal sovraffollamento di veicoli ben
più invadenti - evoca il valore della sostenibilità ambientale;
quanto all'aspetto 'morale' del concetto di decoro, inteso come
'rispetto degli spazi comuni', esso potrebbe dirsi leso in un
contesto dove, a fronte di rastrelliere abbondanti o, comunque,
sufficienti e capillarmente distribuite, si agganci la bici al
palo, in tal modo mostrando sprezzo all'ordine degli spazi
pubblici". (ANSA).
Niente bici legate a pali, Fiab si rivolge al Consiglio di Stato
Impugnazione dopo rigetto ricorso da parte del Tar