Ultimo confronto pubblico tra i quattro candidati alla presidenza della Regione Sardegna in questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli. Ad accogliere Lucia Chessa, con la lista Sardegna R-esiste, Renato Soru, cinque liste con la Coalizione sarda, Alessandra Todde, dieci liste nel campo largo Pd-M5s e Paolo Truzzu, nove liste per il centrodestra, gli studi della Tgr Sardegna per un faccia a faccia registrato di trenta minuti che in onda alle 13.15 su Rai Tre. Tre i giornalisti delle testate locali invitati a fare le domande introdotti in studio da Maria Spigonardo: Umberto Aime (La Nuova Sardegna), Fabrizio Fois (ANSA) e Giulio Zasso, (L'Unione Sarda). Una domanda a testa e due minuti per rispondere.
Dal punto di vista politico cosa non sopportate dei vostri avversari? È il primo quesito su cui si accende anche un ruvido botta e risposta tra uno dei tre giornalisti presenti e Renato Soru: ad innescare la querelle, la scarsa visibilità che il candidato della Coalizione sarda contesta ad alcuni media. Lo scambio al vetriolo tra Soru (ieri ha presentato un esposto al Corecom) e il giornalista che lo ha interrotto, ha fatto sospendere la registrazione, poi ripresa quando gli animi si sono calmati. "Da giorni e da settimane il tempo nei Tg e lo spazio sulle pagine dei giornali è totalmente sproporzionato per il fatto che siamo invasi da ministri e sottosegretari - ha denunciato Soru - E' sbagliato che i quotidiani sardi continuino a negare la mia esistenza in vita".
Nessuno dei candidati vuole puntare il dito personalmente sugli altri contendenti. Su questo Paolo Truzzu nota due fattori: "Da un lato non mi è piaciuto il tentativo di attaccare e denigrare l'avversario, dall'altro in questa campagna si è descritta la Sardegna come un luogo di disperazione e disastro e lo si è usato per scopi elettorali". Chessa stigmatizza, invece, "l'atteggiamento di de-responsabilizzazione rispetto alle scelte fatte in precedenza: chi ha avuto ruoli, personalmente o con i partiti che rappresenta, chi ha governato e fatto scelte deve assumersi la responsabilità delle conseguenze". A Todde non è piaciuto "che si cerchi di negare che la Sardegna ha dei problemi, che è stata condotta con incompetenza e incapacità".
Il turismo, con le strategie per una promozione della destinazione Sardegna e l'energia sono gli altri focus del confronto tra i quattro candidati alla presidenza della Regione in onda sulla Tgr Sardegna e poi gli appelli finali al voto di domenica 25 febbraio. Sul turismo Paolo Truzzu, per il centrodestra, parte dai trasporti: "bisogna assicurare i collegamenti, che garantiscano l'arrivo dei flussi, anche attraverso l'abbattimento delle tasse aeroportuali per le compagnie aeree che scelgono l'Isola". E poi occorre concentrarsi "sull'offerta della Sardegna a 360 gradi per tutto l'anno".
Todde e Soru hanno entrambi l'idea di un'agenzia unica di promozione della Sardegna, che Todde chiama Dmo (Destination management organization) e per l'ex governatore è 'Sardegna promozione' e dovrebbe mettere in rete tutta l'offerta turistica e agroalimentare dell'Isola. Per Todde "il turismo non si improvvisa e la domanda va costruita. Siamo schiacciati sulla domanda del marino balneare, servono altri turismi per rendere la Sardegna attrattiva". Chessa invece punta sulla "formazione degli operatori e di chi eroga servizi, oltre che sulla tutela dell'ambiente: non possiamo maltrattare ulteriormente la nostra terra", avverte.
Per l'ultimo tentativo in tv di convincere gli elettori, Paolo Truzzu dice di voler "ridare dignità, futuro e speranza" e sulle risorse in arrivo per la Sardegna sottolinea "che devono essere spese per un grande piano per la Sardegna in tutti i settori. I cittadini vogliono che ci sia qualcuno che decide".
Soru punta sul rapporto con lo Stato: "Va superata l'idea che il futuro della Sardegna possa essere garantito dalla benevolenza del sovrano a Roma, ora basta dobbiamo basarci sulle nostre capacità, i nostri talenti e pretendere diritti non benevolenza". Chessa ricorda di essere l'unica a non essere responsabile del governo dell'Isola negli ultimi vent'anni: "Se pensate che ci sia un'altra strada, votate per noi". Todde evidenzia la necessità di un voto utile: "La legge elettorale sarda non perdona, il terzo e quarto non entrano nemmeno in Consiglio. È una questione di numeri non di pancia".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it