Sardegna

Areus, dopo 26 anni una nuova rete di soccorso

Delibera Regione sblocca 7,4 milioni di euro

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 21 FEB - L'Areus, azienda regionale per l'emergenza urgenza, è pronta alla grande sfida, quella di rimettere mano alla vecchia rete di soccorso ferma da 26 anni.
    La Regione ha licenziato il nuovo Piano presentato da Areus, frutto di uno studio approfondito sui dati di attività, messi a confronto con i tempi di percorrenza su strada, i tempi di volo del servizio di elisoccorso dalle tre basi di Elmas, Alghero e Olbia e la popolazione di riferimento, mappando comune per comune. L'obiettivo è quello di portare importanti benefici soprattutto alle zone particolarmente disagiate per via delle difficoltà dei collegamenti viari.
    Il Piano, dunque, si prefigge di garantire la copertura ottimale e l'adeguata funzionalità dei percorsi clinico assistenziali in un territorio vasto e complesso come quello sardo. Si tratta di una revisione storica che per la prima volta doterà la Sardegna di un nuovo sistema del soccorso extra ospedaliero.
    Attualmente la rete di emergenza - urgenza gestita da Areus è garantita, oltre che con le 196 postazioni di base dislocate in tutta la Sardegna in regime di convenzione, anche attraverso una gestione diretta con personale e mezzi propri: 24 ambulanze medicalizzate, un'automedica su Cagliari e 3 ambulanze infermieristiche, (Macomer e Tortolì, Decimomannu). Completano il servizio 3 elicotteri, ubicati negli aeroporti di Cagliari-Elmas, Alghero-Fertilia e Olbia, quest'ultimo operativo sulle 24 ore.
    Grazie alla delibera del 15 febbraio scorso saranno presto resi disponibili i fondi previsti dalla legge regionale 23: 7,4 milioni di euro che consentiranno una profonda riorganizzazione della rete territoriale con una maggiore disponibilità di mezzi di soccorso avanzati Areus su tutto il territorio regionale e un incremento della presenza del Terzo Settore (sia in termini di nuove sedi, che in termini di copertura oraria) indispensabile sia dove le attuali richieste della popolazione eccedono la disponibilità effettiva di mezzi di base, quanto nelle aree maggiormente distanti dai principali centri abitati. (ANSA).
   

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