Sardegna

Lucia Chessa: 'Con il fiato sul collo su chi governerà'

'Altri devono assumersi la responsabilità sul disastro Sardegna'

Redazione Ansa

E' la candidata outsider tra i quattro aspiranti alla carica di governatore della Sardegna e la sua discesa in campo con la lista Sardigna R-esiste più che una scommessa è una chiamata alla responsabilità per i suoi avversari "che in periodi diversi hanno governato l'Isola e che non possono dirsi estranei al disastro nel quale versa la nostra regione". Lucia Chessa, 63 anni, originaria di Bitti, segretaria nazionale dei Rossomori, arriva dal mondo della scuola. E' stata sindaca di Austis, comune di quasi 800 abitanti in provincia di Nuoro.

 "E' una questione di assunzione di responsabilità per di chi ha avuto ruoli di governo in questi decenni e io non sono tra questi - dice all'ANSA - a me si può rivolgere la domana 'cosa faresti?' non agli altri che hanno già fatto e ci troviamo in questa situazione".

Dalla sanità ai trasporti allo spopolamento, tanti i temi toccati da Chessa in questa campagna elettorale che l'ha vista competere con le corazzate del centrodestra e del centrosinistra, che hanno portato nell'Isola i pezzi da novanta.

"Questa calata di big fa pensare a una politica regionale molto debole e inconsistente che ha bisogno di chiamare il fratello maggiore perché è incapace di proporsi - attacca - una cosa indecorosa e umiliante che mostra una Sardegna non consapevole di se stessa e delle proprie rivendicazioni".

Tra i temi del momento c'è innanzitutto la legge elettorale: "E' una carognata che il consiglio regionale nel 2013 ha fatto ai sardi. Tutti i consiglieri che l'hanno votata si sono ricandidati - osserva - Centrodestra e centrosinistra si sono blindati escludendo che formazioni diverse e con valori alternativi trovassero rappresentanza nell'Aula del consiglio. E' una legge elettorale che mina i fondamentali della democrazia".

Poi la sanità: "Non c'è bisogno di ricordare ai sardi che fanno file per 12 ore al Pronto soccorso, che i piccoli ospedali sono scatole vuote e che molti di loro non hanno un medico di base. Manca anche la prevenzione - incalza - e questo può fare la differenza tra la vita e la morte". Quindi lo spopolamento delle aree interne dell'Isola che subiscono, spiega l'aspirante governatrice, "la criminalizzazione di tutto ciò che è piccolo".

Questo significa, secondo Chessa, colpire i territori "sul piano economico, sociale e ambientale" e azzerare le potenzialità come quelle di "un'agricoltura di piccola scala fatta da aziende a gestione familiare che hanno rappresentato l'ossatura economica della Sardegna" L'outsider non risparmia attacchi anche sui trasporti: "Abbiamo un sistema viario vergognoso". La rete ferroviaria "più modesta e piccola d'Italia, con un capoluogo, Nuoro, non servito da Trenitalia". Dito puntato poi su altri servizi fondamentali: "ci sono tanti sardi che nei rubinetti non hanno acqua potabile".

"Quando gli altri andranno al governo, noi gli staremo con il fiato sul collo. Sardigna R-esiste andrà avanti". 
   

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