Sardegna

Regionali Sardegna, il giorno di Todde: 'Le matite hanno risposto ai manganelli'

Conte: 'Una giornata storica'. Schlein: 'Cambia il vento'

Redazione Ansa

Il segnale è forte e chiaro: l'alleanza tra il Pd e il M5s in Sardegna ha sfondato, nessun laboratorio ma la certezza che insieme i due partiti possono governare. In pochi ci credevano, lo ha detto anche Elly Schlein ieri notte dal quartier generale di Alessandra Todde, a Cagliari: "c'era chi non scommetteva neanche che arrivassimo fino a qui". Ma l'esito dello spoglio dice che il patto non solo regge ma si manifesta come forza di governo. Qui in Sardegna di sicuro, altrove si vedrà. Tuttavia la vittoria di Todde, con un distacco su Truzzu di 2.615 voti, lo 0,4%, fa esultare la neo governatrice,prima donna alla guida della regione nella storia dell'autonomia sarda. Ma anche la segretaria dem e il leader dei cinquestelle Giuseppe Conte, sera volati in Sardegna per la lunga notte elettorale culminata con i festeggiamenti per l'affermazione del campo largo.

Todde, che in campagna elettorale non aveva esitato a definire il governo di Meloni & C. "fascista", si presenta in conferenza stampa per dire convinta: "La Sardegna ha risposto con le matite ai manganelli", chiarendo che "per riuscire a creare un progetto solido che possa convincere l'elettorato, l'alleanza tra Pd e M5s è l'unica strada". Da Roma, al suo rientro da Cagliari dove aveva già dichiarato che "il vento cambia", è Schlein a tirare la volata al campo largo. "Una cosa è certa: l'alternativa c'è. La direzione intrapresa è quella giusta, essere testardamente unitari porta i suoi frutti", ribadisce la numero uno del Pd, che poi annuncia: "Lo saremo anche in vista di altre sfide ugualmente importanti, perché oggi abbiamo dimostrato che la destra si può battere".

 



Romano Prodi, padre dell'Ulivo, non ha dubbi: "Il centro-sinistra più si unisce, più vince, non c'è niente fare. Ha vinto anche scontando una diaspora (la corsa solitaria di Renato Soru, ndr), che ha avuto meno successo del previsto, ma c'era". Conte parla di una giornata "storica", "indimenticabile": Todde prima donna governatrice in Sardegna e prima presidente di Regione del M5s. "Ovviamente, e anche in prospettiva futura - spiega - ci fa ben pensare che quando c'è un progetto serio, c'è un lavoro con le comunità, si possano ottenere dei risultati così sorprendenti rispetto alle aspettative".

 

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E alla domanda se l'esperienza sarda si possa replicare, precisa: "Noi lavoriamo sempre per costruire un progetto solido con altre forze politiche e civiche, con "compagni di viaggio affidabili. Non possiamo prendere un impegno con i cittadini se abbiamo compagni inaffidabili", perché questo comporterebbe l'ingovernabilità e "noi non andiamo al governo per gestire il potere ma per realizzare il cambiamento". Una sveglia a Roma è comunque arrivata. Salvini si affretta a dire che "il governo è assolutamente saldo", quanto alla sconfitta del centrodestra, il leader della Lega dichiara: "Quando il popolo vota ha sempre ragione. Dopo cinque vittorie consecutive una sconfitta ci può stare. Quando cambi un candidato in corsa è più complicato". Il voto sardo spinge la maggioranza ad uscire con una nota congiunta Meloni, Tajani e Salvini: "una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi.

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Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie". Poi il bicchiere mezzo pieno: "Siamo rammaricati per il fatto che l'ottimo risultato delle liste della coalizione di centrodestra, che sfiorano il 50% dei voti, non si sia tramutato anche in una vittoria per il candidato presidente. Da queste elezioni, dunque - sottolineano - non emergerebbe in Sardegna un calo di consenso per il centrodestra". Peso delle coalizioni a parte, Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari bocciato pesantemente nella sua città ("più che votare Todde hanno votato contro di me"), ammette la sconfitta, chiama le neo presidente per farle gli auguri - in mattinata lo farà anche Giorgia Meloni - e si assume tutta la responsabilità per non aver centrato l'obbietivo: "Ho perso io non Giorgia Meloni, i fattori nazionali non c'entrano", dice ai giornalisti in conferenza stampa, mentre Conte continua ad incalzare la premier: "Ci metta la faccia sulla sconfitta di Truzzu".

 

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