Sardegna

Dopo le regionali sfida dei sindaci a Cagliari e Sassari

Coalizioni al lavoro sulle candidature. Rebus tempi proclamazione

Sardegna, elezioni regionali

Redazione Ansa

Non saranno brevi i tempi per l'insediamento di Alessandra Todde alla presidenza della Regione Sardegna e mentre gli uomini dei numeri, nei partiti, stanno ancora analizzando, territorio per territorio, l'esito delle urne, a Cagliari, Sassari e Alghero già si pensa alla corsa delle Comunali. Anche nell'Isola, regione a statuto speciale che sulle elezioni decide autonomamente, la data possibile per le prossime amministrative è in concomitanza con le Europee, il weekend dell'8 e 9 giugno il più probabile. Ma a doverle indire è proprio la neo governatrice che nel rebus delle scadenze non si insedierà prima del mese di aprile.
    Esattamente come accaduto nel 2019, quando Christian Solinas riuscì a varcare la soglia del Consiglio regionale solo due mesi dopo le consultazioni. I tempi tecnici per la verifica dei verbali e l'ultimazione del lavoro sui voti non assegnati sono lenti: sono già in marcia gli uffici centrali circoscrizionali dei tribunali che entro 24 ore dal ricevimento degli atti hanno già cominciato lo spoglio delle schede non ultimato nei seggi.
    Poi si passerà ai voti contestati e alla verifica dei verbali, quindi alla trasmissione degli atti all'ufficio centrale regionale per la proclamazione degli eletti. Da quel momento la presidente della Regione dovrà convocare la prima seduta del Consiglio regionale entro 20 giorni, ma è possibile che Todde voglia accorciare i tempi imprimendo un'accelerata su tutti gli adempimenti previsti.
    Nella prima seduta dell'Aula, infatti, oltre al giuramento dei 60 consiglieri è prevista anche l'elezione del presidente dell'assemblea legislativa e le comunicazioni della governatrice con la presentazione della giunta e l'illustrazione del programma di legislatura.
    Il tempo servirà alle forze politiche che stanno pensando alle amministrative per provare a chiudere il cerchio. Di certo c'è che il sindaco uscente di Cagliari, Paolo Truzzu, opterà per il suo posto da secondo in Consiglio regionale e dovrà dimettersi entro quaranta giorni dalla proclamazione degli eletti, ma potrebbe anche anticipare la scelta, lasciando il Comune in mano al vicesindaco fino a nuove elezioni.
    Nel centrosinistra, a dare la propria disponibilità per la corsa al Municipio di via Roma è stato per primo Massimo Zedda.
    L'ex sindaco, che non si è ricandidato per uno scranno nell'Assemblea sarda, ha annunciato di volersi ripresentare per la sua città, in cui ha amministrato già per due mandati, e lo ha fatto quando il suo partito, i Progressisti, era tornato nel campo largo Pd-M5s dopo l'iniziale scelta di unirsi alla corsa di Renato Soru. Se dovesse essere necessario, Zedda è pronto anche a fare le primarie Velleità analoghe potrebbe avere il segretario del Pd Piero Comandini, rieletto al Consiglio regionale.
    Le candidature per il comune capoluogo però, vista anche la 'lezione' delle regionali che hanno premiato la persona, potrebbero non seguire la logica del peso elettorale appena uscito dalle urne. E se così fosse, nel centrodestra non basterebbe la valanga di voti, oltre 5mila, presi da Gianni Chessa, assessore regionale del Turismo uscente del Psd'Az, che da sempre mira a Palazzo Bacaredda. Chi ci pensa è anche Alessandra Zedda, ex vicepresidente della Giunta Solinas di Forza Italia, inizialmente tentata da una corsa solitaria in Regione, poi tornata nei ranghi. Ora però Zedda è in avvicinamento alla Lega e, nonostante il risultato elettorale deludente del Carroccio, forte del passo indietro di Salvini-Solinas a favore del meloniano Truzzu, potrebbe puntare alla candidatura. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it