Sardegna fuori dall'emergenza idrica, almeno per ora, ma restano criticità per alcuni territori serviti da bacini di modeste dimensioni come nel caso del Sulcis, dell'alto Nuorese e dell'Ogliastra. Le piogge e la neve di fine febbraio e inizio marzo stanno dando sollievo alle campagna isolane, che si erano già viste chiusi i rubinetti per garantire l'uso idropotabile dell'acqua. Ora la situazione degli invasi è migliorata e le due perturbazioni che continuano a rimanere sopra la Sardegna potrebbero ulteriormente ingrossare i fiumi che apportano acqua agli sbarramenti artificiali.
Secondo i dati del monitoraggio effettuato ogni mese dall'Autorità di bacino regionale gli invasi sardi contengono a febbraio 2024 il 56,2% della capacità massima, ossia 1025 milioni di metri cubi di acqua su 1824 milioni di mc. Una buona iniezione di fiducia, se si pensa che gennaio si era chiuso con il 52,5% dell'acqua invasata (958.38 milioni di mc). Un livello complessivo nei bacini che, però, è ancora lontano dai 1387.16 milioni di metri cubi di un anno fa quando le dighe contenevano il 76% della risorsa invasabile.
Se buona parte della Sardegna può iniziare a tirare un respiro di sollievo, restano alcuni invasi medio-piccoli che sono ancora in sofferenza. La situazione più critica nel Sulcis con il sistema idrico dell'Alto Cixerri in emergenza perchè la somma dell'acqua presente negli invasi di P.ta Gennarta e Medau Zirimilis sfiora solo l'11% (10,7%, ossia 2 milioni di metri cubi su 18 invasabili). E' emergenza anche nella diga di Maccheronis a Posada (Nuoro): qui si supera il 20% del livello, mentre si è quasi al 31% nell'invaso di Bau Maugeris (Flumendosa) in Ogliastra. In tutti e tre i casi le piogge delle ultime settimane hanno offerto ben poco rispetto alla situazione di gennaio e permane la preoccupazione in vista della bella stagione, già dietro l'angolo.
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