(ANSA) - CAGLIARI, 20 MAR - L'acqua invasata nelle dighe che
finisce in mare. Coldiretti si unisce alla denuncia lanciata
oggi dall'Anbi regionale e alle forti preoccupazioni del
Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale.
"Non bastano le restrizioni idriche agli agricoltori e
allevatori sardi per colpa della siccità: questi ennesimi casi
di cattiva gestione delle infrastrutture non funzionanti per
questioni burocratiche o, peggio, per scelte errate da parte di
chi dovrebbe governare il sistema, sta creando gravi danni -
precisa il presidente Cualbu - le aziende e le filiere di
eccellenza non devono pagare il prezzo più alto di queste
inefficienze che stanno minando l'economia e la stessa
sopravvivenza di molti produttori di carciofi, pomodoro da
industria, frutta, vitivinicolo, riso, mais, medicai e foraggere
- aggiunge - le conseguenze economiche e sociali sono
devastanti".
Anche per il direttore Luca Saba la situazione è grave. "Gli
agricoltori e gli allevatori vogliono sapere se vale più il bene
primario come l'acqua o il costo legato all'energia elettrica,
come quella che servirebbe per attivare le pompe nella diga del
Tirso dove l'infrastruttura è già presente e potrebbe permettere
di alleviare la sete delle nostre campagne nel Sud Sardegna -
rimarca Saba - Coldiretti Sardegna ha presentato ai candidati
alle elezioni regionali le sue proposte per una gestione
strategica dell'acqua come fonte primaria per lo sviluppo
dell'agricoltura. Tutto è in mano alla neo eletta presidente
Todde. Ci aspettiamo uno scatto in avanti della Regione, come
abbiamo suggerito nel segno della modernizzazione delle reti
irrigue per la riduzione delle perdite, per l'interconnessione
dei bacini, ma anche per il riutilizzo dei reflui trattati e
incentivi per l'adozione di sistemi più moderni". (ANSA).
Emergenza idrica, Coldiretti 'acqua in mare è inaccettabile'
"Abbiamo presentato proposte, ora serve scatto della Regione"