La Sardegna perde il 52,8% di acqua potabile nelle reti idriche, in termini assoluti 129,2 milioni di metri cubi rispetto ai 244,8 immessi in rete e i 115,6 milioni erogati. E' quanto emerge dal Report Istat sulle statistiche riferite al 2022 pubblicato proprio in occasione della giornata mondiale dell'acqua.
Le perdite nell'Isola sono più alte di 10 punti della media nazionale, il 42,4%, ma anche del sud Italia (50,5%) e addirittura quasi 20 punti sopra quelle del Nord ovest del Paese (33,5%). Si tratta di un leggero miglioramento visto che nel 2012 la percentuale di perdite si attestava sul 55% (dato Abbanoa).
Secondo le tabelle Istat tra i comuni capoluogo di provincia (ai quali viene aggiunta anche Carbonia), le perdite maggiori della risorsa idrica immessa nelle condotte si trovano nella città di Sassari con il 63,4%. Tra le maglie nere anche Oristano con il 60,4% di perdite e Nuoro con il 55,4%. Anche Cagliari è al di sopra della media regionale con perdite complessive per il 53,5%. Si salva solo Carbonia con il 21,7%.
Se si va a guardare poi le tabelle sulla soddisfazione degli utenti rispetto al servizio erogato, in Sardegna le famiglie soddisfatte rappresentano il 61,4% a cui si aggiunge un 10,4% "molto soddisfatte", mentre il 19,7% si ritiene poco soddisfatto e l'8,5% "per niente soddisfatto".
Altra rilevazione ha riguardato anche l'utilizzo dell'acqua per bere: il 45,3% delle famiglie sarde intervistate non si fida a utilizzare la risorsa idrica, che sgorga direttamente dal rubinetto, per frenare la sete.
Giornata dell'acqua, quasi il 53% di perdite nell'Isola
Istat, Sassari la peggiore con 63,4% e a Carbonia solo il 21,7%