(ANSA) - CAGLIARI, 25 MAR - Circa 90mila immobili
residenziali sardi versano in pessime condizioni, il 17%
dell'oltre mezzo milione degli edifici privati presenti
sull'Isola. Ed è principalmente su questi che la direttiva sulla
prestazione energetica nell'edilizia, recentemente adottata dal
Parlamento europeo, andrà presto a intervenire.
"La direttiva Ue Case Green può rappresentare un'occasione
per attivare in modo significativo la rivalutazione e
riqualificazione immobiliare e per spingere il settore delle
costruzioni soprattutto dopo lo stop al superbonus ma a precise
condizioni - commenta Giacomo Meloni, presidente di
Confartigianato Edilizia Sardegna - bene per esempio lo
slittamento al 2040 per lo stop alle caldaie mentre preoccupa lo
stop agli incentivi per quelle a gas dal 2025. Saranno
necessarie strategie nazionali per dotare di impianti solari
anche gli edifici residenziali nuovi e i non residenziali di
grande dimensione".
Nonostante sia cresciuto il numero dei proprietari che
ristruttura e adegua le case il panorama residenziale della
Sardegna versa ancora condizioni critiche, con abitazioni troppo
vecchie e in cattive condizioni di salute e che consumano
troppo.
L'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, ha
analizzato l'età e lo stato dei 512.310 edifici privati (case
unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine,
condomini anche con attività economiche al piano strada)
costruiti prima del 1981 (322.515
unità) e dopo l'81 (189.795), secondo dati Istat.
Dall'indagine è risultato che il 17% (87.262 edifici) del totale
degli immobili versano in pessime o cattive condizioni, ponendo
l'isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio
immobiliare vetusto, classifica che al non invidiabile primo
posto vede la Calabria con una situazione mediocre-pessima per
il 26,8% delle case mentre la media nazionale è del 16,8%.
Dall'altra parte ben 425.044 sono in condizioni ottimali. Le
case più vecchie e malandate si trovano a Sassari (il 19% sono
in condizioni pessime o mediocri); segue l'Ogliastra con il
18,1%, Oristano con 17,9%, Medio Campidano con il 17,8%,
Cagliari con il 16,8%, Carbonia-Iglesias con il 16,5%.
Le più nuove sono a Olbia-Tempio con una percentuale di
anzianità solo del 13,9%.
"L'Europa deve consentire di affrontare percorsi sostenibili
ai singoli Stati ai quali spetta il compito di adottare i
provvedimenti nazionali più efficaci per raggiungere l'obiettivo
delle emissioni zero - prosegue Meloni - sono indispensabili
investimenti pubblici per realizzare quanto previsto dalla
direttiva e, di conseguenza, le risorse dedicate devono poter
essere considerate al di fuori dei vincoli di bilancio e,
auspicabilmente, dovrebbero far parte di un vero e proprio
"green recovery plan" europeo". "Gli obiettivi di riduzione dei
consumi del 16% al 2023 e il target di emissioni zero al 2050,
in ogni caso, appaiono molto ambiziosi - aggiunge - per
raggiungerli le regole fiscali europee dovrebbero tenere conto
degli interventi degli Stati per favorire l'efficienza
energetica degli edifici, altrimenti un ciclo di politica
fiscale restrittiva potrebbe compromettere il raggiungimento
degli obiettivi europei in chiave green. Ma ancor di più appare
necessario un intervento europeo sullo schema di
NextGenerationEU. In sostanza, un sistema di incentivi stabili
nel tempo è necessario per dare certezza alle famiglie e alle
imprese. Dobbiamo passare dall'era disordinata del superbonus a
quella ordinata del climabonus". (ANSA).
Case green, 90mila immobili sardi in pessime condizioni
Confartigianato, direttiva Ue apre a lavori ma urgono incentivi