Ha trascorso, da innocente, 32 anni in carcere. Condannato all'ergastolo per la strage di Sinnai, nel sud Sardegna, avvenuta nel 1991. Ora Beniamino Zuncheddu, l'ex pastore 59enne di Burcei, sarà risarcito dallo Stato con circa 30mila euro per aver trascorso anni in celle piccole e sovraffollate. Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Cagliari. Zuncheddu era stato assolto il 27 gennaio scorso e rimesso in libertà dai giudici della Corte d'appello di Roma al termine del processo di revisione. L'ex pastore, difeso dall'avvocato Mauro Trogu, il 4 aprile 2016 aveva presentato una richiesta di risarcimento per le condizioni e il trattamento subiti a partire dal 28 febbraio 1990, sia nel carcere di Buoncammino, a Cagliari (ora chiuso), che in quello nuorese di Badu 'e Carros. Dopo l'istruttoria, il magistrato di sorveglianza, il 22 febbraio dello scorso anno aveva riconosciuto a Zuncheddu un risarcimento complessivo di 30.187 euro. Il ministero della Giustizia si era opposto a questo provvedimento, ma ora il collegio presieduto da Cristina Ornano ha dato ragione a Zuncheddu, il quale ha dunque subito "una carcerazione inumana e degradante, in violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo". I giudici della Sorveglianza hanno ritenuto il reclamo infondato, basandosi sulle pronunce della Corte Europea per i diritti dell'uomo che hanno stabilito come la vivibilità di ciascun recluso debba essere calcolata tra i tre e i quattro mq a testa. Nel frattempo l'avvocato Trogu sta attendendo che scadano i 90 giorni, il 26 aprile prossimo, per il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione di Roma. Poi scatteranno 45 giorni per un'eventuale impugnazione e quindi dai primi di giugno Zuncheddu avrà due anni per presentare una seconda richiesta di risarcimento allo Stato, stavolta per l'ingiusta detenzione durata 32 anni, passanti in carcere da innocente, come è emerso nel processo di revisione. Adesso inizieranno anche le nuove indagini per risalire ai veri responsabili della strage. Il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, nelle scorse settimane, ha trasmesso tutti gli atti istruttori compiuti alla competente Procura di Cagliari per riaprire l'inchiesta. La strage di Sinnai risale all'8 gennaio 1991. Nell'ovile di Cuile is Coccus, nel sud Sardegna, furono uccisi a colpi di fucile Gesuino Fadda, di 56 anni, il figlio Giuseppe, di 24, e Ignazio Pusceddu, di 55, che lavorava alle dipendenze dei due. Nell'agguato si salvò solo Luigi Pinna, oggi 62enne, che per anni indicò Zuncheddu come uno degli esecutori per poi ritrattare nel processo di revisione, sostenendo di essere stato influenzato da un poliziotto che svolgeva le indagini.
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