(ANSA) - CAGLIARI, 29 MAR - In Sardegna l'incidenza di nuovi
pazienti che richiedono dialisi è tra le più elevate d'Italia,
con circa 286 nuovi casi all'anno. Per eseguirla, è necessaria
la creazione di una fistola artero-venosa, che realizza un
collegamento diretto tra arteria e vena (spesso dell'arto
superiore), consentendo così l'accesso per l'emodialisi e
garantendo un adeguato flusso ematico al circuito extracorporeo.
Questa procedura viene eseguita chirurgicamente e richiede un
breve ricovero ospedaliero. Recentemente però sono stati immessi
sul mercato dei dispositivi innovativi che rendono possibile,
mediante guida ecotomografica, la cannulazione di una vena del
braccio e la creazione della fistola in modo minimamente
invasivo e totalmente percutaneo.
Nella Radiologia dell'ospedale Santissima Trinità della Asl
di Cagliari è stato eseguito il primo intervento in Sardegna, e
tra i primi in Italia, di confezionamento della fistola
artero-venosa per emodialisi mediante procedura endovascolare.
Rispetto alla tecnica chirurgica tradizionale, i tempi si sono
ridotti da 90 a 30 minuti, con il paziente in day surgery che
viene dimesso dopo un breve periodo di osservazione. A una
settimana dall'intervento stanno tutti bene.
Una nuova tecnica che ha consolidato la sinergia tra la
sezione di Radiologia interventistica guidata da Stefano Marcia
e la Nefrologia diretta da Stefano Murtas, con la collaborazione
di Anestesia e Rianimazione di cui è responsabile Mario Cardia.
(ANSA).
Nuova tecnica senza chirurgia per i pazienti sardi in dialisi
Fistola con procedura endovascolare al SS.Trinità di Cagliari