(ANSA) - ORISTANO, 03 APR - Un lungo e dettagliato documento
che analizza i problemi del comparto agricolo e zootecnico
sardo, oggetto delle proteste dei mesi scorsi con presidi in
diverse città, come base per un confronto con la nuova
presidente della regione Alessandra Todde. Lo hanno stilato gli
agricoltori e i pastori dopo una puntuale revisione
dell'assemblea tenuta a Tramatza lo scorso 9 marzo.
"Riteniamo che sia necessario aprire un tavolo di confronto
tra la parte politica e gli attori principali della più
importante economia rappresentativa in Sardegna
al fine di studiare e analizzare soluzioni in grado di risolvere
le diverse problematiche che si presentano ai vari livelli
regionali, nazionali ed europei - scrivono - Non va dimenticato
che la Sardegna vive in un contesto di ruralità per circa l'80%
del territorio, pertanto, sarebbe opportuno iniziare a adottare
una politica che possa far crescere queste aree e renderle
competitive creando una viabilità funzionale, far sì che
l'elettrificazione e l'approvvigionamento idrico sia presente in
modo omogeneo in tutto il territorio, per consentire la
digitalizzazione delle aziende e rendere le stesse competitive
con le sfide europee e mondiali".
In sintesi tra i punti principali del documento la nomina del
nuovo assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale "che
possieda necessarie conoscenze e abilità nel difendere il nostro
settore nelle giuste sedi, dove si andrà a discutere, a breve,
la prossima programmazione". Poi la riapertura del tavolo della
Pac regionale e nazionale "per riequilibrare gli svantaggi
subiti dalla Sardegna come da accordi presi con il
sottosegretario La Pietra nel febbraio scorso". Quindi
l'esclusione dell'allevamento ovicaprino dall'eco-schema 1 a
livello
2 nonostante la presenza di circa 3 milioni di capi nell'Isola,
e la "disparità di trattamento nell'attribuzione del valore dei
titoli per il pagamento base".
Vi è poi il tema della perdita delle risorse PAC per l'Isola
"per complessivi 115.076.428,57 euro per il prossimo quinquennio
2023-2027, ovvero 23.015.285,71 euro in meno all'anno. Inoltre,
la Sardegna, nella nuova programmazione, passa dal quarto al
settimo posto in relazione alle risorse percepite vedendosi
superare da altre Regioni come Veneto, Lombardia ed
Emilia-Romagna (che possiedono un Pil pro-capite di oltre 30.000
euro contro la
media sarda di appena 20.000 euro circa)".
Non mancano i riferimenti Alle mancate tutele in materia di
pratiche sleali e delle vendite sottocosto, ma anche le regole
per applicare il principio di insularità e per fermare l'assalto
dei parchi eolici nelle campagne sarde. Infine le questioni di
sempre: i ritardi sui pagamenti PAC i programmi per affrontare
le malattie endemiche, la lotta alle cavallette e il superamento
della burocrazia per le pratiche dei pagamenti agricoli. (ANSA).
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