La campanella è suonata ed è stata presa in consegna: la diciassettesima legislatura della Regione autonoma della Sardegna è ufficialmente cominciata, a distanza di 44 giorni dal voto del 25 febbraio scorso, che ha decretato il ribaltamento della maggioranza alla guida dell'Isola. I 60 nuovi consiglieri regionali hanno fatto il loro ingresso nell'Aula tirata a lucido per le grandi occasioni e hanno giurato, così come i 12 assessori e la presidente della Regione Alessandra Todde, che oggi si è anche dimessa da deputata. Al suo primo ingresso nell'emiciclo la governatrice del M5s viene accolta da un caldo applauso bipartisan: è la prima donna a rompere nell'Isola il tetto di cristallo e a conquistare la carica più alta della Regione.
E proprio sulla rappresentanza femminile ha cercato di concentrare gli sforzi nella formazione di un esecutivo che fosse bilanciato, andando oltre i dettati della legge statutaria sarda che prescrive la rappresentanza di almeno un terzo di donne, cioè 4 su 12. Ma non paritario: sono cinque le assessore, con la presidente fanno sei donne su 13, e a detta di Todde "faranno la differenza". In Consiglio non è altrettanto, con il 15% della rappresentanza femminile: 10 donne su 60, 7 in maggioranza. Riepilogando le priorità, con il cambiamento come parola d'ordine, la presidente annuncia la prima seduta della giunta tra due giorni: giovedì 11 sul tavolo amministrative ed europee, che saranno accorpate in un election day, e poi la moratoria sugli impianti di energie rinnovabili e il bando sulla continuità territoriale.
Ora bisogna organizzare i passaggi di consegne "che dovranno essere ordinati", sottolinea Todde. Come quello che avverrà al Bilancio, assessorato che resta alla Gallura, con l'arrivo di Giuseppe Meloni al posto di Giuseppe Fasolino. Da verificare la quantità di massa manovrabile rimasta dalla finanziaria lasciata in eredità dal centrodestra, per provare a dare entro l'estate un segnale di cambiamento concreto. La discontinuità rispetto alla scorsa giunta, oltre che con la parità di genere, parte anche con la scelta di schierare la squadra al completo sin dalla prima seduta, diversamente da quanto accadde con l'insediamento del predecessore Christian Solinas che si presentò con solo cinque assessori e impiegò oltre un mese per completare l'esecutivo.
Altra scelta differente, e contestata nei giorni scorsi dall'opposizione, è quella dell'assessore 'straniero' in un settore altamente nevralgico come la Sanità. Armando Bartolazzi, oncologo romano e già sottosegretario alla Salute, non si preoccupa: "Il cancro o il diabete non hanno colori politici e sono uguali in tutti i territori, chi arriva da fuori può essere un valore aggiunto", chiarisce.
Oggi è stato anche il primo giorno di scuola per i 59 consiglieri regionali, in particolare per i 25 esordienti (con la presidente Todde), oltre che per il nuovo capo dell'Assemblea, il segretario regionale dem Piero Comandini, che ha incassato sei voti anche dall'opposizione (Psd'Az e centristi). A ricorrere nella giornata sono anche i ringraziamenti allo sconfitto candidato del centrodestra Paolo Truzzu "per come ha condotto la campagna elettorale e per le sue parole di apprezzamento all'indomani del voto": lo chiamano in causa sia Todde, sia Comandini, in aula e fuori. Ma nessuno cita il presidente uscente Christian Solinas.
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