(ANSA) - NUORO, 07 MAG - La media valle del Tirso, nel centro
Sardegna, si prepara ad affrontare la piaga delle cavallette,
che da circa cinque anni nella stagione calda mette in ginocchio
agricoltura e allevamenti e pone un problema di ordine
sanitario. Questa è la stagione della schiusa delle uova, un
momento che va gestito prima che le locuste volino fino alle
colture e ai centri abitati.
Nei giorni scorsi Marcello Onorato, che per Laore coordina il
piano di lotta, ha convocato nel centro operativo di Noragugume
l'entomologo Alexandre Latchininsky, esperto mondiale della
materia e responsabile del Locusts and Transboundary Plant Pests
and Diseases Team della Fao. Un'occasione per fare il punto
della situazione del 2024: "Quest'anno i numeri
dell'infestazione dovrebbero diminuire anche se non si può
sapere adesso di quanto - spiega all'ANSA Onorato -. Siamo in
ritardo con le schiuse e stiamo sollecitando le segnalazioni per
poter mandare tempestivamente le squadre di operatori a
disinfestare, sotto la supervizione di Laore e Forestas. Stiamo
utilizzando un prodotto biologico della fermentazione fungina e
siamo in attesa di poter usare, in collaborazione con la Fao, un
nuovo agente fungino, che provoca una sorta di pandemia tra le
cavallette, ma non abbiamo ancora avuto l'autorizzazione dei
Ministeri della Sanità e dell'Agricoltura".
Un prodotto miracoloso, tuttavia, non sembra esistere:
"Monitorare e intervenire, questo è il segreto per la lotta -
aggiunge Onorato -. Siamo intervenuti pesantemente nel 2023 e
scopriremo a fine maggio e ai primi di giugno se ha funzionato.
Capiremo anche il ruolo di altre variabili: gli insetti utili
che mangiano le uova, l'ambiente e il clima, elementi che ci
potrebbero dare una mano".
I sindaci dopo anni manifestano un po' di ottimismo: "Abbiamo
la speranza che il fenomeno si contragga come ci hanno detto gli
esperti - dice il sindaco di Ottana Franco Saba -. La nostra
preoccupazione con le disinfestazioni è anche la tossicità sugli
animali e sugli sciami di api anche su questo dobbiamo dare
risposte agli operatori".
"Lo scorso anno erano sul campo 200 uomini che hanno battuto
centinaia di ettari con la deltametrina, quest'anno abbiamo
fiducia con questi nuovi agenti fungini - afferma la sindaca di
Noragugume Rita Zaru -. Purtroppo abbiamo una ovodeposizione
endemica in queste aree per diverse condizioni favorevoli:
terreni poveri degradati, sovrapascolamento, un clima tropicale
arido con escursioni termiche notevoli tra il giorno e la
notte". (ANSA).
Cavallette, cauto ottimismo su diminuzione del fenomeno
A Noragugume vertice con esperto mondiale della materia