(ANSA) - CAGLIARI, 20 MAG - L'ultima bocciatura arriva dall'Ordine dei medici della provincia di Cagliari, ma l'idea del neo assessore della Sanità in Sardegna, il romano Armando Bartolazzi, di reclutare gli specializzandi dalla penisola per sanare la grave la carenza di camici bianchi negli ambulatori di famiglia - ne mancano poco meno di 600 -, non piace quasi a nessuno. Emilio Montando, presidente dell'Ordine dei medici cagliaritani, definisce "irricevibile la proposta". "Sarebbe non conforme alle norme - spiega - manca dei prerequisiti in capo alle Università, finirebbe per aggravare una situazione già compromessa". Ma l'assessore tira dritto.
"Io sto facendo solo delle interlocuzioni, ho sentito i sindacati, sentirò l'Università e tutti gli attori, poi verificherò dal punto di vista normativo cosa si può fare per superare le limitazioni nazionali che, faccio presente, negli altri Paesi d'Europa non ci sono", dice all'ANSA. Al momento, precisa Bartolazzi, "è un'interlocuzione che sto portando avanti per sapere se si possono attrarre medici di medicina generale, quelli disposti a lavorare duro, perché sia chiaro che nessuno regalerà le specializzazioni - avverte l'assessore -. E permettere di specializzarsi ulteriormente non è svilire la medicina generale, ma anzi migliorarla". Bartolazzi va avanti: "Io non mi fermo, il mio obiettivo è di aumentare i medici che lavorano in Sardegna. Se questa proposta troverà molti ostacoli, la cambierò, ne verrà un'altra e se non andrà bene cambierò anche quella, sono aperto al contributo di tutti, anche dell'opposizione".
Nel primo incontro con i sindacati di categoria, l'assessore sfruttando l'autonomia regionale, ha lanciato la sua ricetta: offrire una scuola di specializzazione, senza il superamento delle prove d'ingresso, ai medici d'oltremare disposti ad accettare un incarico come medico di famiglia in Sardegna almeno per 4-5 anni. Si tratta di scuole di specializzazione fuori borsa, cioè su posti aggiuntivi, che nel resto del Paese non si può fare.
"La medicina generale, come tutte le altre discipline, è una cosa seria che non merita di essere svilita con proposte di questo tipo - attacca Montando - Si cerchi piuttosto di rendere più appetibile questo lavoro con un'offerta di servizi di supporto alla professione che consenta ai medici del territorio di dare assistenza nel modo migliore possibile".
Ad aprire l'offensiva, creando il caso Bartolazzi, è stato il capo dell'opposizione in Consiglio regionale, Paolo Truzzu FdI): "Altro che Rombo di tuono, l'assessore dimostra di possedere una propensione innata all'autogol - scrive in post - Secondo il fantasioso Bartolazzi, un giovane medico di base, ad esempio di Parma, dovrebbe lasciare la sua città per trasferirsi in Sardegna come medico di base, ad esempio a Esterzili, e frequentare la specializzazione di cardiologia a Cagliari. Poi, nelle ore libere (se gliene dovessero restare), magari fare anche le visite cardiologiche per ridurre le liste d'attesa".
Non solo il centrodestra. Anche le sigle dei medici hanno già bocciato la proposta. "Seguendo l'assessore - spiega spiega Umberto Nevisco, segretario regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale - la medicina generale diventerebbe una sorta di traghetto destinato ad attraccare verso altre specializzazioni. A questo punto, considerato che l'assessore ha parlato di soluzioni strutturali, fatichiamo a cogliere il suo messaggio, perché quella proposta non è certo una soluzione strutturale quanto piuttosto una misura tampone che potrebbe stare in piedi per un massimo di 4 o 5 anni".