Sardegna

Fiorentina 3 punti per l'Europa, Cagliari saluta Ranieri

Standing ovation, cori e striscioni per allenatore dei miracoli

Standing ovation per Ranieri prima di Cagliari-Fiorentina

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 23 MAG - L'eroe delle due isole: in Gran Bretagna una Premier, in Sardegna cinque miracoli, con tre promozioni e due salvezze. Non c'è stata partita, il protagonista di Cagliari-Fiorentina (3-2 per i viola che blindano l'ottavo posto e conquistano aritmeticamente l'un posto per l'Europa anche il prossimo anno in attesa della finale di Conference) stanotte alla Domus è stato Claudio Ranieri, l'allenatore gentiluomo che si è seduto per l'ultima volta sulla panchina di una squadra di club. Chiudendo la sua carriera (ma resta sempre aperta la possibilità di allenare una nazionale) dove erano iniziati i primi successi da mister in un campionato professionistico. L'ultima mossa? Buttare in campo un ragazzino, lo zambiano Kingstone Mutandwa. E "fargli" fare il gol del provvisorio 2-1, il primo in A.
    Festa dall'inizio alla fine. Prima la standing ovation e quasi due minuti di applausi ininterrotti: l'ultima gara di Ranieri in serie A è iniziata così. Poi un lungo e commosso abbraccio con Italiano. E quindi la foto di gruppo con i fotografi che lo hanno sempre immortalato. Nel frattempo dalla curva ecco lo striscione lungo quasi cinquanta metri: esterna riconoscenza per un grande uomo, grazie mister. E ancora i cori tutti per lui. E quel "risorgeremo, l'ha detto Claudio Ranieri" che a Cagliari conoscono tutti da trentasei anni, da quando il tecnico è sbarcato in Sardegna. Tutto lo stadio lo applaude e non vuole smettere: battono le mani anche i giocatori in campo e l'arbitro. Ed è lui, Ranieri, che, per togliersi dai riflettori, con un cenno fa capire all'arbitro: dai iniziamo questa partita.
    Lui, camicia, gilet e cravatta rossoblu, si concentra sulla gara, come ha sempre fatto. E chissà cosa gli passa davvero per la testa.
    Dagli spalti si fa quasi fatica ad apprezzare quello che succede in campo. È una giornata di omaggi: all'11' lungo applauso per Gigi Riva, al 13' per Astori, indimenticato ex di tutte e due le squadre. Quasi impossibile, visto il clima, apprezzare gli spunti di Ikone o di Luvumbo, o soffermarsi sul duello tra Lapadula e Ranieri, l'omonimo del mister. Perchè la partita da guardare è in panchina: è quella del veterano degli allenatori che smette con il tran tran e il lavoro oscuro della riprese degli allenamenti il martedì, della doppia seduta del giovedì e della conferenza stampa del pre partita e le emozioni delle partite. "Quella con la Fiorentina è la mia ultima partita da allenatore del Cagliari e di un club- ha confermato anche in una intervista a Sky- come ho già detto in passato, se dovesse arrivare la proposta di una nazionale la prenderò in considerazione". Eroe nelle isole, l'unico vero rimpianto è stato quello di non essere diventato profeta in patria. Ma c'è mancato poco che con la squadra della sua città, la Roma, facesse uno scherzetto a Mourinho e al suo triplete. Ma dovunque è passato, ha lasciato un buon ricordo: Napoli, Firenze, Valencia, Madrid, Londra, Monaco eccetera eccetera. Trentotto anni di carriera da allenatore (ma prima era stato un grande difensore e capitano tra Roma, Catanzaro, Catania, Palermo), dagli esordi a Lamezia Terme al Cagliari-Fiorentina di questa sera. Una partita equilibrata con i viola in cerca di punti europei in attesa della finale di Conference e il Cagliari, già salvo, che non vuole rovinare la festa al suo tecnico e sfiora nel primo tempo tre volte il gol con Luvumbo e Deiola. In vantaggio però passa la Fiorentina (che aveva già sfiorato lo 0-1 con Belotti) con un tiro a giro di Bonaventura al 39'.
    Lapadula pareggia prima dell'intervallo, ma non vale: è fuorigioco. Prima annullato e poi convalidato il gol del pari, di testa, di Deiola, al 20' della ripresa. Poi il sorpasso rossoblu con Kingstone Mutandwa. Quindi la contro rimonta con Gonzalez e Arthur su rigore dopo richiamo dal Var al minuto 103.
    In mezzo un gol annullato a Lapadula.
    Per Ranieri la festa continua anche dopo la partita. Tutto il pubblico rimane sugli spalti per l'ultimo omaggio all'allenatore forse più amato di sempre insieme a Scopigno.
    (ANSA).
   

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