Sardegna

Niente pediatra nel Mandrolisai, mamme in piazza coi passeggini

Sos, 'sono 14 i paesi senza, pronta una marcia su Cagliari'

Redazione Ansa

(ANSA) - SORGONO, 31 MAG - I 14 paesi della Barbagia Mandrolisai da mesi vivono in emergenza sul fronte dell'assistenza sanitaria ai bambini: neanche un pediatra di libera scelta nel territorio e i genitori sono costretti a fare molti chilometri e non meno di un'ora di macchina su strade disastrate prima di trovarne uno. Stamattina l'associazione Sos sanità Barbagia Mandrolisai ha organizzato un presidio davanti all'ospedale di Sorgono per protestare contro "una situazione insostenibile per i bambini del territorio".
    In prima fila le mamme con i loro bimbi dentro i passeggini ma anche piccoli studenti delle varie scuole del territorio, amministratori e privati cittadini. "Denunciamo la mancanza del pediatra di libera scelta con tutti i problemi che questo comporta - ha detto Franca Salvai mamma e attivista dell'associazione - I piccoli da zero a 14 anni non hanno assistenza medica adeguata e i più piccolini da zero a 6 anni, parliamo di circa 400 bimbi, ne sono completamente privi perché non possono essere assistiti dai pochi medici di medicina generale che hanno tutti oltre 1800 pazienti. I pediatri più vicino si trovano a circa un'ora di macchina: Gavoi, Silanus, Nuoro e Oristano. E' inutile che la Asl di Nuoro o l'Ares bandiscano concorsi per pediatri di libera scelta convenzionati - sottolinea Salvai - non sceglieranno mai i nostri paesi, devono assumerli direttamente nel territorio".
    "A fine giugno marceremo su Cagliari per manifestare davanti all'Ares - ha aggiunto Bachis Cadau coordinatore dell'associazione - In quell'occasione speriamo di poter parlare con l'assessore alla Sanità Bartolazzi ma anche con la commissione Sanità del consiglio regionale. Siamo in emergenza e quando ci sarà un'urgenza i nostri bambini rischiano moltissimo.
    Ci appelliamo alla nuova giunta regionale: qui c'è l'esigenza di intervenire immediatamente e noi non molleremo la presa finché per i nostri bambini non venga ripristinato il diritto fondamentale alla salute". (ANSA).
   

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