Sardegna

Rinnovabili: i correttivi alla 'moratoria' con le aree vietate

Il vincolo non c'è per il revamping su impianti già esistenti

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 17 GIU - Il disegno di legge della giunta Todde sulla sospensione per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Sardegna, riprende la sua strada nelle commissioni quarta e quinta del consiglio regionale, a pochi giorni dalla manifestazione dei comitati contro la speculazione delle multinazionali e dei 'signori del vento' di sabato scorso a Saccargia.
    Domani alle 10. 30 i parlamentini guidati dal pentastellato Roberto Li Gioi (Governo del territorio) e dal dem Antonio Solinas (Attività produttive) si riuniranno per esaminare gli emendamenti al testo presentati la scorsa settimana, con l'obiettivo di incassare presto il parere del Cal e arrivare in Aula il 25 giugno. Le modifiche sono quattro in totale: due firmate da Piero Maieli, all'opposizione nel gruppo Misto, una dal collega di Fdi Emanuele Cera e l'altro della giunta. Si concentreranno su quest'ultimo gli interventi delle commissioni riunite in seduta congiunta.
    Il correttivo, presentato dalla stessa giunta regionale, sostituisce in toto l'articolo 2 del provvedimento originale, definendo nel dettaglio in quali ambiti territoriali si applica o meno la sospensione alla costruzione di impianti per un anno e mezzo, in attesa che venga definita (entro sei mesi dall'approvazione del decreto del governo) la mappa delle aree idonee sarde. In particolare la modifica proposta dalla giunta specifica che sono sottoposte alle misure di salvaguardia e divieto, anche se sono in corso procedure di autorizzazione, tutte le aree naturali protette, le zone umide di importanza internazionale e quelle Sic, le aree della Rete Natura 2000 e quelle di riproduzione di specie faunistiche protette, aree agricole interessate da produzioni biologiche e marchi (Dop, Igp, Doc ecc).
    E ancora le aree a rischio idrogeologico, quelle che distano sette chilometri dai beni culturali (1.500 metri per le isole minori), la fascia costiera dei 300 metri dal mare, aree che distano meno di 2 chilometri da alberi monumentali.
    La criticità è una: restano esclusi dal divieto, oltre agli interventi che non comportano uso di suolo, per autoconsumo e quelli delle comunità energetiche, anche quelli "di manutenzione ordinaria straordinaria o di revamping di impianti rinnovabili" già esistenti, come quello, per esempio, previsto proprio nell'area dove sorge la Basilica di Saccargia. (ANSA).
   

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