Sardegna

Muore all'ospedale di Lanusei, famiglia dà ok a donazione fegato

Stamattina prelievo e trasporto all'ospedale Brotzu

Redazione Ansa

(ANSA) - LANUSEI, 18 GIU - Ottantatré anni, era arrivato in condizioni gravissime al Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Poi ieri nel pomeriggio, dopo la morte encefalica, la decisione della famiglia di donare il fegato: l'organo ora è destinato a un malato sardo in attesa di trapianto. Così, nella prima mattina di oggi, l'équipe chirurgica proveniente dall'ospedale Brotzu di Cagliari, diretta dal dottor Fausto Zamboni del Centro trapianti di fegato, ha raggiunto l'ospedale ogliastrino.
    Il gruppo di medici cagliaritani è stato coadiuvato nel delicato intervento di prelievo da un'équipe multidisciplinare dell'ospedale di Lanusei, composta dal chirurgo Gian Pietro Gusai e da una squadra di anestesisti, strumentisti e infermieri di anestesia. "Per il buon esito di questa delicata operazione è stato importantissimo il supporto ricevuto dalle direzioni aziendali della Asl di Sassari e della Asl di Nuoro che hanno messo a disposizione i loro professionisti", sottolinea Andrea Marras, direttore generale della Asl Ogliastra. "Il successo di questo processo non sarebbe stato possibile senza il perfetto coordinamento dei diversi servizi e reparti ospedalieri - evidenzia Francesco Loddo, direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale di Lanusei - dal reparto di Rianimazione, dove il paziente era degente, al supporto fondamentale della Radiologia, del laboratorio analisi e del Centro trasfusionale.Grazie a questi ultimi - continua Loddo - è stato possibile l'utilizzo di diverse tecniche diagnostiche laboratoristiche e strumentali avanzate, che hanno contribuito ad un corretto inquadramento e ad una corretta stratificazione del rischio, correlati al processo donativo".
    Il direttore generale della Asl Ogliastra, infine, rivolge il proprio cordoglio e il proprio ringraziamento ai familiari: "In un momento di sofferenza e difficoltà - spiega Marras - hanno trovato la forza, nell'altruismo e nell'amore per la vita, di autorizzare il prelievo, rendendo possibile ad un'altra persona di riaccendere la speranza per un'esistenza migliore". (ANSA).
   

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