Sardegna

Rinnovabili: sì da commissioni a 'moratoria', il 26 in Aula

Arriva il parere del Cal: estendere i vincoli alle aree interne

Redazione Ansa

Il disegno di legge 15 della giunta regionale che sospende la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili per 18 mesi su tutto il territorio sardo, comincerà l'esame nell'Aula del Consiglio regionale nella seduta di mercoledì 26 giugno: il testo è stato approvato questa sera dai consiglieri della quarta e quinta commissione, riunite in seduta congiunta, a maggioranza e con l'astensione dell'opposizione. Le commissioni hanno votato la norma dopo aver incassato il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie locali. Un parere positivo non senza perplessità e preoccupazioni evidenziate nel documento dell'ente guidato da Maria Paola Secci.

"La materia, particolarmente complessa e sentita dai territori, ha comportato un lungo dibattito interno al Consiglio - si legge nella nota che accompagna il documento del Cal - per la moltitudine di interessi coinvolti, il numero di attori istituzionali e non, per il groviglio di norme costituzionali e ordinarie che delineano un quadro gravoso per la Regione".

"La sovrabbondanza di produzione da fonti rinnovabili dettata dall'Unione Europea - scrivono i rappresentanti del Cal - e dalla disciplina statale di attuazione si sta abbattendo sul nostro territorio come una devastante tempesta perfetta e determina una clamorosa leva di diseguaglianza proprio nei confronti delle regioni più deboli e marginali". Nel merito del testo, il Consiglio delle Autonomie locali sottopone al consiglio regionale la proposta di "estendere il più rapidamente possibile il regime vincolistico alle aree interne, allo stato attuale esposte alla famelica espropriazione di operatori economici e finanziari internazionali, alle mire speculative di soggetti od organizzazioni, privi di qualsiasi scrupolo e trasparenza".

Il Cal invita, infine, "ogni singolo attore regionale, a non chiamarsi fuori e a seguire ogni percorso disponibile, diretto o incidentale, compresa la via giudiziaria, per riappropriarci del diritto di determinare il nostro destino, dell'utilizzo etico, equo e responsabile delle risorse rinnovabili, nell'interesse dei sardi e della comunità globale". 
   

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