"In questi 180 giorni definiremo dal punto di vista strutturale dove dovranno essere messi gli impianti, quale sarà il ruolo della società energetica regionale e soprattutto come dovranno essere coinvolte le comunità, che poi decideranno liberamente di ospitare nelle zone opportune questi impianti". La presidente della Regione Alessandra Todde spiega il percorso del decreto sulle aree idonee a ospitare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, che comincia oggi nel pomeriggio in quarta commissione Governo del territorio, con la prima audizione dell'assessore degli Enti locali Francesco Spanedda.
"Quello che non deve succedere, come già in passato, è che ci sia un assalto ai terreni agricoli - sottolinea Todde - che ci possa essere il tentativo di prevaricare le comunità locali e soprattutto di poter impunemente utilizzare i nostri beni primari, il sole e il vento, che comunque sono nel nostro territorio ed è giusto che siano una risorsa per i sardi e non sfruttati per il beneficio di altri come è successo in passato".
Per la presidente Todde oggi nel dibattito acceso sulla questione, "ci sono varie correnti di pensiero". "Da una parte - precisa - c'è una demonizzazione delle rinnovabili, sembra che dobbiamo essere un'isola in cui niente è permesso, e dall'altra parte invece ci sono le associazioni ambientaliste e il mondo di chi vuole fortemente la transizione ecologica, che ci dice che siamo stati sin troppo prudenti e sin troppo conservativi con questa moratoria". "Noi diciamo una cosa diversa - sottolinea Todde - che noi siamo per la transizione ecologica ma che va fatta nei posti giusti, non contro i Comuni, che va definita nelle aree opportune e soprattutto che vanno definite le misure di compensazione dove sarà necessario, oltre a un ruolo per la regione con la sua società energetica regionale".
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