Sardegna

Assalto armato a Sassari, via al vertice su pubblica sicurezza

A Cagliari riunione su indagini e potenziamento forze polizia

Redazione Ansa

Riunione della conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza oggi in Prefettura a Cagliari. Partecipano i 4 prefetti sardi, i 4 questori e i comandanti regionali di carabinieri e guardia di finanza. Focus sull'assalto armato alla sede dell'istituto di vigilanza Vedetta 2 Mondialpol di Sassari del 28 giugno scorso che ha portato a cinque i colpi in pochi anni. Per questo il vertice è allargato anche alla magistratura con la presenza del procuratore generale Luigi Patronaggio, del capo antimafia, il procuratore di Sassari Paolo Piras e il coordinatore della Direzione distrettuale Antimafia Rodolfo Sabelli e la Direzione investigativa antimafia.
    "Abbiamo il timore che questo tipo di reati possano ripetersi, per cui abbiamo una serie di proposte da inviare al governo per modificare sia l'assetto strutturale delle forze di polizia presenti in Sardegna, sia il modo in cui intervengono". È la sintesi della riunione di questa mattina della conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza a seguito della rapina alla sede dell'istituto di vigilanza Mondialpol di Sassari con tutti i prefetti dell'Isola, tracciata dal prefetto di Cagliari Giuseppe De Matteis, che ha coordinato il tavolo.
"A noi interessa soprattutto la possibilità che queste forze di polizia, quando si verifica un episodio del genere, possono intervenire anche al di fuori dei limiti territoriali - ha detto al termine dell'incontro -. È stata esaminata molto bene l'attività operativa di questa banda di criminali, è arrivato il momento di chiamarli col loro nome, sono una banda di criminali di estrema efferatezza che hanno agito nella profonda indifferenza rispetto ai danni che potevano causare, sia alle forze dell'ordine intervenute, sia ai cittadini e quindi sicuramente la Procura di Sassari competente per territorio sta procedendo per reati molto gravi, rapina aggravata dall'uso di armi automatiche e tentato omicidio".
"Stiamo ragionando sull'equipaggiamento delle forze dell'ordine - ha spiegato il prefetto - che non può essere quello attuale che vale per prevenire rapine ordinarie, questa è una rapina straordinaria. Stiamo lavorando anche sulla modifica di alcune disposizioni normative che consentano in questi casi l'intervento della Direzione Distrettuale Antimafia".
Nessun ricorso all'esercito, come avvenuto in altre situazioni: "Ogni volta che si dice chiamiamo l'esercito, si esterna una volontà di non affrontare il problema - precisa De Matteis -. Quello che abbiamo notato dal punto di vista tecnico è una disparità tra le armi in dotazione alle forze di polizia, che sono armi che servono per prevenire le rapine ordinarie e quelle dei criminali con gittate di oltre 600 metri". Il punto è "fare in modo che anche nel nord Sardegna ci siano le unità operative di pronto intervento che ci sono a Cagliari, essendo capoluogo di regione".
Limiti territoriali che penalizzano il nord dell'isola sulla sicurezza: "L'anomalia della Sardegna è il fatto che il capoluogo si trova all'estrema punta meridionale, mentre in altre regioni il capoluogo, dove sono concentrate le unità operative speciali, si trova al centro della regione - chiarisce il prefetto di Cagliari -. Questo ha impedito di poter utilizzare le unità operative di pronto intervento dotate di armi in grado di contrastare i kalashnikov a Sassari quando è avvenuta la rapina. Non è un caso che finora tutti gli episodi di rapina organizzata di questo livello siano avvenuti in città diverse da quelle del capoluogo". 

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