(ANSA) - CAGLIARI, 29 LUG - Servizi sanitari inadeguati,
assistenza domiciliare scadente, pensioni fra le più basse
d'Italia e un numero sempre più preoccupante di pensionate e
pensionati che si rivolgono alla Caritas: "Sta diventando sempre
più complicata la vita degli over 65 in Sardegna", denuncia il
segretario dello Spi Sardegna Giacomo Migheli sollecitando "una
attenzione straordinaria da parte della giunta regionale verso
questa fascia di popolazione che rappresenta una parte
decisamente cospicua della società sarda e che, però, ha bisogno
di interventi urgenti e misure dedicate"
A sostegno di questa richiesta straordinaria lo Spi Cgil
fornisce i dati analizzati dal Centro Studi della Cgil regionale
che restituisce un quadro davvero allarmante della quotidianità
dei pensionati e delle pensionate: "L'invecchiamento della
popolazione - sottolinea Migheli - porta con sé il tema della
tenuta del sistema socio-economico e la necessità di definire
politiche che rispondano ai bisogni, soprattutto di salute,
specifici dell'età che avanza, ad esempio l'aumento delle
cronicità". Infatti, secondo Istat, gli over 65, al 1 gennaio
2024, sono il 26,8% mentre la quota di giovani under 14 pesa
appena il 10,1%.
Secondo il sindacato è urgente prima di tutto dare una
risposta di tipo socio-sanitario: "Lunghe liste d'attesa,
carenza di organici, strutture ospedaliere e organizzazione
inefficace, assenza di integrazione socio-sanitaria e rete
territoriale" sono i fattori negativi ai quali, secondo lo Spi
Cgil occorre mettere mano al più presto. "Sono criticità subite
quotidianamente da cittadini e pensionati - aggiunge Giacomo
Migheli - ai quali la salute è sostanzialmente negata, come è
palese dai lunghissimi e inaccettabili tempi di attesa per una
visita specialistica o un esame di controllo". "Siamo indietro
nell'assistenza domiciliare integrata rivolta agli over 65 con
fortissime disuguaglianze rispetto alla media italiana",
denuncia il segretario Spi Cgil. Infatti, la percentuale di
anziani trattata in assistenza domiciliata arriva solo a 1,7% a
fronte di una media nazionale del 3,3%, peggio dell'Isola solo
la Calabria (Bes Istat). E ancora, secondo un report della Cgil
nazionale le visite specialistiche sono ancora ben lontane
rispetto al periodo pre-pandemia: in Italia -9,6%, in Sardegna
-21,3% con tempi di attesa per molte prestazioni, anche con
carattere di urgenza, mediamente molto più lunghi nell'Isola.
In questo quadro, la nostra regione registra il primato
negativo di cittadini che rinunciano alle cure, ben il con il
12,3%. "Chi può permetterselo si rivolge a strutture fuori
dall'Isola o al privato - osserva Migheli - non certo i nostri
pensionati considerata la media dei loro redditi". Secondo
l'Istat quasi 11 pensionati ogni 100 percepiscono un importo
inferiore a 500 euro (in Italia 9). A proposito di pensioni di
anzianità e vecchiaia, gli ex lavoratori del privato contano 8
pensioni su 10 con un importo mensile al di sotto dei 2000 euro
(sono il 77,5% nella media nazionale), quasi il 37% percepisce
tra i 500 e i 1000 euro.
La conseguenza, drammatica, è il numero crescente di over 65
che si rivolgono alla rete Caritas: Nell'Isola è 12,4% a fronte
dell'8,8% medio italiano, la quota più elevata tra tutte le
regioni. "Cos'altro dobbiamo aspettare - conclude il segretario
Migheli - perché chi governa la Regione assuma il tema come
prioritario nella sua agenda?". (ANSA).
Cgil, 'vita sempre più complicata per i pensionati sardi'
Liste d'attesa lunghe e più persone che rinunciano a cure