(ANSA) - SORGONO, 03 SET - "La convenzione con i medici
cubani potrebbe portare in Sardegna oltre 120 medici
specializzati e sarebbe occasione per ridare fiato ad un sistema
al collasso, che andrebbe certamente ripensato, ma che non può
essere governato in regime di perenne emergenza". Ne sono
convinti i rappresentanti del comitato Sos Barbagia Mandrolisai,
da anni impegnati nella battaglia a sostegno della sanità
pubblica che li ha visti protagonisti di un presidio fisso
davanti all'ospedale San Camillo di Sorgono diventato ora
itenerante con tappe a Tonara e Desulo e le prossime a
Austis,Tiana e Ovodda, dove la sede del medico di base è carente
e dove continua a mancare il pediatra e scarseggiano le guardie
mediche.
La soluzione cubana viene adesso rilanciata dal comitato con
una lettera alla presidente della Regione, all'assessore della
sanità e al Consiglio regionale in cui si chiede di rendere
operativa la convenzione stipulata con lo Stato di Cuba e
approvata in maniera bipartisan nella precedente legislatura. Lo
stesso comitato ricorda che insieme ai sindaci erano stati
proprio loro a spingere per la stipula della convenzione
sottolineando "che tanti benefici ha portato in realtà difficili
come quella Calabrese, dove i medici cubani si sono inseriti
alla perfezione nelle strutture ospedaliere e si sono distinti
per professionalità ed efficienza".
"I tempi della politica - avverte il comitato - si devono
adattare alle esigenze del cittadino ma da anni ormai avviene il
contrario e questo non più ammissibile. Ci rimettiamo in marcia
e se le risposte non arriveranno ci faremo sentire direttamente
a Cagliari". (ANSA).
Carenza medici, "sbloccando accordo con Cuba pronti in 120"
Comitato Sos Barbagia Mandrolisai, 'applicare la convezione'