In pochi giorni sono quasi raddoppiati i focolai di lingua blu in Sardegna, passati da 360 a 666, in prevalenza con la presenza del sierotipo 3. Lo evidenzia l'ultimo report pubblicato dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
In quest'ultimo caso la Asl territoriale segnala 3600 capi contagiati e 215 gli animali morti. "Anche se l'indice di mortalità è molto più basso rispetto allo scorso anno - spiega Enrico Vacca, direttore del Servizio di Sanità Animale della Asl 5 - oggi dichiariamo l'intero territorio provinciale zona di circolazione del virus sierotipo 3 (BTV3) della blue tongue e sullo stesso territorio verranno applicate le regole sul controllo delle movimentazioni dei capi per cercare di ridurre il diffondersi della malattia nelle greggi non ancora contagiate da questo sierotipo. Da oggi, dunque, da tutto l'oristanese le movimentazioni di animali della specie ovina, caprina e bovina, da vita, verso le zone non interessate dalla circolazione virale devono essere concordate con i servizi veterinari di partenza e destinazione con prenotifica o nulla osta di almeno 48 ore e le stesse movimentazioni sono subordinate al rispetto di alcune misure di riduzione del rischio, come il trattamento con insetto repellente e successivo test PCR - aggiunge -. Le movimentazioni di animali delle stesse specie suddette solo da macello all'interno del territorio nazionale possono essere consentite senza restrizioni, a condizione che gli animali non presentino segni clinici il giorno del trasporto, siano macellati entro 24 ore dall'arrivo al macello di destinazione e che i mezzi di trasporto siano trattati con insetticida".
Riguardo agli altri territori a Sassari si è registrato un solo focolai, in Gallura 57, in Ogliastra 31, nel Medio Campidano 45, nel Sulcis 106 e nella città metropolitana di Cagliari 77.
"Vista la recrudescenza dell'epidemia della Lingua blu che sta interessando gran parte dei territori della Sardegna, chiediamo la convocazione di un incontro urgente per conoscere le dimensioni del fenomeno e, in particolare, l'andamento e la diffusione del virus, quali sierotipi a oggi sono stati isolati, quanti allevamenti e capi coinvolti e quali sono i rischi e le prescrizioni per la movimentazione dei bovini e degli stessi ovini". Così il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, in una lettera inviata agli assessori della Sanità, Armando Bartolazzi, e dell'Agricoltura, Gian Franco Satta. Il presidente regionale dell'associazione di categoria agricola ha chiesto, inoltre, "di conoscere quale è a oggi l'andamento della profilassi vaccinale sui sierotipi 4 e 8 della Blue tongue e quale strategia si intende mettere in atto per il controllo della diffusione del sierotipo 3", su cui non esistono vaccini idonei in disponibilità dei servizi veterinari regionali. Sul piano delle conseguenze che il dilagare della malattia sta causando alle aziende, Mele ha osservato: "Poiché le segnalazioni che giungono dai territori evidenziano una variegata tipologia di danni, con prevalenza di quelli indiretti rispetto a quelli diretti, che hanno caratterizzato le precedenti ondate epidemiche, chiediamo all'assessore Satta se si stanno facendo le opportune valutazioni per l'adeguamento del regime di aiuti a sostegno delle aziende interessate". Tra i danni, oltre alla morte dei capi che si raggiunge nei casi estremi del contagio, si segnala un aumento degli aborti nelle pecore ormai prossime alla stagione dei parti. Se questi danni venissero confermati da un approfondito report scientifico, le aziende ovicaprine avrebbero un doppio danno: la perdita dell'agnello e quindi quella della produzione del latte per il capo interessato nella stagione 2024-25.
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