Sardegna

Sardegna: Solinas contro consiglieri, 'io lavoravo, Aula inerte'

L'ex presidente sui social, 'sono signorotti delle preferenze'

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 10 SET - L'ex governatore della Sardegna Christian Solinas, segretario del Psd'Az, si toglie qualche sassolino dalle scarpe, non ci sta a caricarsi sulle spalle tutte le mancanze e i malfunzionamenti dell'amministrazione regionale nei cinque anni scorsi e rilancia la palla sul Consiglio regionale. Aula che da ieri non ha più un esponente dei sardisti, tutti confluiti in Forza Italia.
    "Non è pensabile che si continui con questo tentativo puerile di scaricare sul presidente le cose che non hanno funzionato nella passata legislatura e di pretendere invece che tutto ciò che si è fatto sia merito dei consiglieri regionali - scrive sui social replicando a un commento dell'ex consigliere sardista, Giovanni Satta -. È vero l'esatto contrario: mentre il presidente ha lavorato 15 ore al giorno, 7 giorni su 7 e ha prodotto risultati che sono provati dai numeri e dai documenti ufficiali, il Consiglio è stato il meno produttivo della storia autonomistica: meno riunioni, meno leggi, insomma meno ore di lavoro istituzionale a tutto vantaggio delle ore clientelari sul territorio che hanno prodotto tanti signorotti delle preferenze", Ancora: mentre il presidente "metteva in ordine i conti della Regione, riconosciuto dalle più importanti agenzie di rating internazionali, mentre fronteggiavo il Covid nel modo più efficace del Paese, mentre avviavo riforme organiche o programmi strategici come la valorizzazione della civiltà nuragica in chiave culturale e come volano per il rilancio delle zone interne, i consiglieri si occupavano di 'spartirsi' i fondi spezzettandoli in piazzette e marciapiedi, in sagre e micro-associazioni".
    Solinas a ruota libera nella lunga risposta: "Ogni volta che il presidente mandava in Consiglio un disegno di legge organico, generale e astratto, i capigruppo rispondevano sistematicamente: 'Quanto c'è per il Consiglio?'". Ovvero, "una 'tassa fissa' su ogni legge che i consiglieri pretendevano per poter destinare quote di risorse sui territori di elezione. Vogliamo dire onestamente questa verità e dire che il presidente è diventato antipatico perché non ha mai voluto partecipare a questo gioco?".
    Sul gruppo consiliare della passata legislatura precisa che "tutti gli eletti provenivano da altri partiti o era la prima volta che si candidavano nelle liste Psd'Az alle regionali ad eccezione di Nanni Lancioni". (ANSA).
   

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