Oggi si ricomincia. Qualche istituto aveva anticipato l'ingresso nei giorni scorsi. Ma dalle 8.15 sono in classe tutti i 176.667 studenti sardi, dai bambini della scuola dell'infanzia ai fratelli maggiori, ormai diciottenni, che dovranno affrontare a fine anno l'esame di maturità. In campo anche 20.479 docenti di posto comune, di cui 18.927 su classe e 1.552 di potenziamento. Sono circa 3.000 i docenti di sostegno di ruolo più i posti in deroga di sostegno.
È una scuola, quella sarda, che negli ultimi dieci anni ha perso il 17% dei suoi studenti: rispetto al 2014-2015 ci sono 35.208 alunni in meno. Oltre cinquemila sono spariti da un anno all'altro 5515 bambini e ragazzi. Una cifra record (battuto anche il decremento di 5357 unità del 2022-23) inevitabile conseguenza di una denatalità da primato. Il trend è quello: dal 2020 la scuola perde in media ogni anno 4616 studenti. Classi sempre più vuote che - unica consolazione - consentono almeno di evitare sovraffollamento, classi pollaio e ricerca di aule. Anche se poi qualche problema c'è sempre: ad esempio il boom degli scientifici - e quindi la concentrazione di molti studenti in pochi istituti - anche in Sardegna costringe i presidi a fare spesso salti mortali.
E' anche l'anno degli accorpamenti legati alle scelte del ministero, mal digeriti dalle comunità: Quartu ad esempio si è rivolto al Tar. Saranno venti le cosiddette "reggenze" con i presidi che si sdoppiano. Ma per il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani la situazione è paradossalmente migliorata. "Quando ho iniziato - spiegai - erano settanta. Situazione paradossalmente migliorata. Non si sono tagliati punti di erogazione del servizio, non è stato fatto alcun tipo di accorpamento di indirizzi, semplicemente si data alle scuole una dimensione demografica più rispondente a quelle che sono le necessità di una scuola moderna.
Abbiamo un esempio lampante, c'era un'autonomia scolastica fino all'anno scorso in Sardegna di 150 studenti. C'erano state proteste. Le mamme si erano lamentate: non porteremo i nostri figli a scuola sottoponendoli a un'ora, un'ora e 50 di viaggio. E invece abbiamo dimostrato che nessuno deve fare il pendolare tra gli studenti perché il punto di erogazione del servizio è rimasto in quel luogo: semplicemente il centro amministrativo è gestito da un dirigente a tempo pieno, mentre prima c'era un dirigente che doveva farsi 70 chilometri di macchina per andarci uno o due giorni alla settimana e lo stesso doveva fare il Dsga".
Un anno che si avvia in modo particolare: lunedì 16 sarà a Cagliari, per tagliare simbolicamente il nastro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. "Mattarella presidente tra i più amati - sottolinea Feliziani - l'artefice di questa modifica delle celebrazioni per l'inaugurazione dell'anno scolastico che prima si svolgeva a Roma. Con lui questa cerimonia è diventata itinerante: non è più la scuola che va dal presidente ma è il presidente che si avvicina alle scuole".