Sardegna

G7 Lavoro: W7 e Deloitte, 'Ia può favorire parità di genere'

'Solo il 25% delle donne occupa posizioni apicali nelle aziende'

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 13 SET - Nonostante il 42% della forza lavoro globale sia costituito da donne, solo il 25% occupa posizioni apicali, ma l'utilizzo dell'Intelligenza artificiale può contribuire a ridurre il gender gap nelle aziende, specialmente nei processi di recruiting, formazione e remunerazione. E' quanto emerge dal Position Paper "IA e Lavoro Femminile: Verso una Nuova Era di Inclusione ed Equità", presentato durante il G7 Lavoro a Cagliari.
    Il documento, elaborato nell'ambito del Women 7 (W7) da Deloitte in qualità di unico knowledge partner, mette in luce le sfide e le opportunità per le donne nel mercato del lavoro, in un'epoca segnata dall'avvento dell'IA e dalla trasformazione digitale. All'evento di Cagliari hanno partecipato la delegazione W7 e le co-chairs Martina Rogato e Claudia Segre.
    "L'IA potrebbe esacerbare alcune disparità, rafforzando stereotipi di genere e pregiudizi impliciti se non gestita in modo appropriato", afferma Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Central Mediterranean. "Al contrario, un uso consapevole e responsabile dell'IA potrebbe contribuire a ridurre il divario di genere, rendendo i processi di assunzione più inclusivi, personalizzando la formazione professionale e garantendo maggiore equità retributiva. L'IA potrebbe diventare un fattore abilitante per migliorare le condizioni di lavoro delle donne, riducendo le discriminazioni e promuovendo una cultura aziendale più equa e inclusiva".
    Tra le iniziative per sostenere una transizione giusta verso un mercato del lavoro più equo e inclusivo, emerge la necessità di promuovere l'alfabetizzazione digitale e delle competenze STEM e di garantire trasparenza e controllo nei sistemi di IA.
    "Rafforzare le competenze digitali delle donne, con particolare attenzione ai settori tecnologici e all'IA, è essenziale per garantire una partecipazione paritaria nei settori emergenti", prosegue Pompei.
    Come sottolineato da Annamaria Tartaglia, co-chair del W7 "la transizione verso un futuro del lavoro più inclusivo ed equo non può prescindere dall'integrazione delle donne nei processi decisionali e tecnologici. In un mondo in cui l'IA ridefinisce le dinamiche lavorative, è imperativo che questa trasformazione non amplifichi le disuguaglianze esistenti, ma le attenui. L'IA, se guidata da una prospettiva antropocentrica e supportata da politiche attive, può diventare uno strumento potente per eliminare i pregiudizi di genere e garantire una piena valorizzazione del potenziale femminile, favorendo così una crescita economica e sociale sostenibile". (ANSA).
   

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