(di Maria Grazia Marilotti)
(ANSA) - CAGLIARI, 28 SET - Non solo mare in Sardegna ma
anche civiltà nuragica: brand dell'identità sarda con una
straordinaria potenzialità, ancora inespressa. Spiagge e coste,
assieme a nuraghi, tombe dei giganti, pozzi e fonti sacre, che
punteggiano il paesaggio da nord a sud, sono un forte attrattore
per lo sviluppo di una destinazione poli-prodotto, con
importanti ricadute per l'economia dell'Isola, se valorizzati
adeguatamente.
Da qui la necessità di sostenere sempre più l'impegno
dell'associazione "La Sardegna verso l'Unesco", presieduta da
Pierpaolo Vargiu. Riconoscimento che può dare una spinta
decisiva per certificare a livello mondiale valore e unicità di
questo patrimonio dell'archeologia. Dei 32 siti già inseriti
nella "tentative list" solo Su Nuraxi, il complesso
archeologico di Barumini, è un bene Unesco, primo passo per il
riconoscimento a patrimonio dell'umanità, e soltanto 22 sono
gestiti e fruibili, richiamano quasi 450 mila visitatori
all'anno, occupano 150 addetti e generano ricavi per 7 milioni
di euro. Numeri destinati a crescere con il riconoscimento a
patrimonio dell'umanità.
Il volume racchiude i risultati dell'attività di ricerca e
analisi svolta assieme all'Università di Cagliari. Dal volume
emerge la necessità di incorporare la valorizzazione dei
monumenti candidati in un processo di sviluppo del territorio
regionale che integri archeologia con ambiente, paesaggio,
tradizioni e identità storica e culturale, finalizzato alla
creazione intorno alla risorsa millenaria di un prodotto
turistico di matrice culturale. Diventano prioritarie le azioni
legate all'accessibilità e fruibilità dei monumenti,
innovazione, nuove tecnologie e ricerca, storytelling e
costruzione di un'immagine coordinata, formazione e crescita
delle competenze, integrazione territoriale, sostegno alle
imprese e alla cooperazione, animazione e co-progettazione
territoriale, governance e gestione della rete di offerta.
Investire nella valorizzazione in chiave turistica delle
risorse nuragiche, emerge dal volume, contribuirebbe ad attrarre
nuova domanda e creare nuove opportunità di impresa, nuovo
reddito e nuova occupazione e ad attenuare due dei principali
fenomeni che caratterizzano le destinazioni turistiche
marino-balneari: la forte concentrazione territoriale lungo le
coste e temporale, in particolare luglio e agosto, dei flussi
turistici. L'ampia diffusione delle testimonianze nuragiche
nelle aree interne dell'Isola potrebbe infatti attrarre in
queste zone nuovi viaggiatori con motivazioni culturali che,
come noto, prediligono le stagioni più miti, quali primavera e
autunno.
"La civiltà nuragica può diventare la straordinaria carta
d'identità della Sardegna nell'immaginario collettivo
universale, generando un potente volano di sviluppo per tutte le
filiere economiche dell'Isola e per le tasche di tutte le
famiglie sarde", ha evidenziato Pierpaolo Vargiu. (ANSA).
Civiltà nuragica brand dell'identità sarda, ora poco sfruttata
Ricavi per 7 milioni e450mila visitatori, si punta a Unesco