Sardegna

Sale protesta dei medici Brotzu, salta incontro con Bartolazzi

Resta lo stato di agitazione ma all'orizzonte ipotesi sciopero

Brotzu

Redazione Ansa

Monta la protesta dei circa 650 medici e dirigenti dell'Arnas Brotzu di Cagliari: oggi in un'assemblea è stato prorogato lo stato di agitazione, anche alla luce della mancata presenza dell'assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi, che aveva proposto l'incontro, per altri impegni istituzionali. Nuovo appuntamento il prossimo 18 ottobre.
    I medici aderenti alle sigle Anaao-Assomed, AAROI Emac, Cimo, Cgil Fp, Cisl Medici, Fassid, Fesmed, Fvm, UIL FPL Medici hanno scritto ad assessore, dirigenti dell'Azienda e al prefetto che "non si renderanno disponibili a effettuare orario eccedente rispetto a quello contrattualmente previsto (34 ore + 4 ore di aggiornamento professionale settimanali), quindi non svolgeranno lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive", minacciando anche lo sciopero di tutto il personale della Sanità dell'Arnas Brotzu se non si arriverà a una soluzione.
    "Ci troviamo in una condizione paradossale, siamo l'ospedale con la maggiore produttività in termini di prestazioni sanitarie sull'intera regione, ciò nonostante ci troviamo penalizzati dal punto di vista economico perché i nostri fondi aziendali sono di gran lunga e più bassi della Sardegna", spiega Luigi Mascia, presidente regionale Cimo Fesmed. All'assemblea hanno aderito tutte le sigle sindacali e confederali, con i sindacati degli infermieri.
    "Siamo in meno pagati della Sardegna - ripetono i medici che già nei giorni scorsi avevano lanciato l'allarme -, la produttività vale per noi in media cinquecento euro l'anno, per i dipendenti delle altre aziende sanitarie sul territorio, fino a ottomila". "Si tratta di circa un decimo rispetto alle altre aziende territoriali, che noi stessi manteniamo in vita perché i nostri colleghi fanno prestazioni aggiuntive per tutte le Asl della Sardegna che si trovano in questo momento in grave difficoltà".
    I dipendenti chiedono che si applichi la legge 1 del 2023, della scorsa legislatura, che stanziava dieci milioni per la perequazione dei fondi a disposizione delle aziende sanitarie.
    In attesa del nuovo appuntamento con l'assessore lo stato di agitazione resta quindi in piedi. 

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