"Nessun paziente sarà trasferito da un ospedale all'altro, nessuna seduta operatoria sarà sacrificata, gli interventi non verranno assolutamente diminuiti". Parola della direttrice generale dell'Arnas Brotzu di Cagliari Agnese Foddis e del direttore sanitario Raimondo Pinna. Lo hanno detto ai consiglieri regionali riuniti nella commissione Sanità convocata questa mattina d'urgenza sulla situazione di caos che si prevede per la chiusura, per ristrutturazione, di due delle tre sale operatorie dell'ospedale Businco.
Lo hanno ribadito anche ai microfoni dei giornalisti a margine dell'incontro per chiarire cosa succederà quando, il 15 novembre, dovranno partire i lavori nelle vecchie sale e la costruzione di due nuove. Un progetto che risale alla scorsa legislatura, finanziato con 9 milioni di fondi del Pnrr, e che prevedeva che i pazienti fossero trasferiti al San Michele (Brotzu) per gli interventi e viceversa per la degenza post operatoria. Una situazione insostenibile per i malati di patologie oncologiche, che oggi l'azienda ha però rassicurato: non ci saranno disagi.
L'alternativa al trasporto in ambulanza è spiegata dal direttore sanitario: "La sala del Businco che attualmente accoglie solo la terapia antalgica, darà spazio anche alla senologia, per cui - chiarisce Pinna - manterremo in piedi gli stessi numeri di sedute operatorie delle tre specialità, la senologia, la ginecologia e la chirurgia toracica". Questo perché la chirurgia toracica verrà trasferita in blocco, come reparto, al San Michele in un'ala individuata per l'occasione. "Non abbiamo speso un euro per questa riorganizzazione - tiene a precisare Pinna -, abbiamo fatto solamente un lavoro enorme di logistica, abbiamo utilizzato gli spazi che erano già preorganizzati e abbiamo completato tutti gli spazi vuoti".
Le precisazioni e i piani illustrati dai vertici dell'Arnas Brotzu sulla chiusura delle sale operatorie non hanno convinto i consiglieri, di minoranza ma anche di maggioranza.
Non usa mezzi termini Francesco Agus (Progressisti): "Oggi l'immagine che abbiamo avuto è di una direzione dell'azienda totalmente sconnessa con chi tutti i giorni opera nella struttura. Siamo molto preoccupati, non è pensabile che il principale ospedale della Sardegna sia gestito con decisioni che vengono prese a un mese e mezzo dall'inizio di lavori così importanti e non è possibile che si cambi idea così rapidamente", spiega riferendosi alla retromarcia sulle modalità di gestione dei pazienti.
Quindi spiega: "Un anno fa l'idea per risolvere il problema legato alla durata dei lavori di ristrutturazione della sala dell'oncologico, prevedeva lo spostamento su gomma. Oggi quel progetto è cambiato e prevede lo spostamento di un intero reparto in un ospedale, dove peraltro per anni non si è trovato un luogo dove ubicare in pianta stabile il reparto di oncologia pediatrica, per esempio, o la neuro-riabilitazione".
Restano le preoccupazioni anche per la presidente della commissione Carla Fundoni (Pd): "Di fatto ci si trova a dover operare per trovare soluzioni in un mese e 15 giorni. Questo ci pone nelle condizioni di dover ottemperare a decisioni che verranno prese in un lasso di tempo breve e che magari necessitavano di essere analizzate con più tempo per garantire percorsi alternativi possibili".
Critiche ferme arrivano dall'opposizione, con Umberto Ticca, capogruppo dei Riformatori sardi: "In questo momento il grande assente è stato l'assessore alla sanità da cui non sono arrivate indicazioni - precisa ai giornalisti -. Noi come politica siamo stati coinvolti solo oggi in questo processo". "Vogliamo capire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato per arrivare a tempi così stretti nelle comunicazioni tra la dirigenza e i medici - aggiunge -, c'è una grande preoccupazione da parte dei pazienti e anche da parte dei medici".
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