Cgil in piazza a Cagliari, sabato 26, per la giornata di mobilitazione nazionale 'Fermiano le guerre, il tempo della Pace è ora', organizzata dalle cinque Reti promotrici: Europe for Peace, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Sbilanciamoci e Coalizione Assisi Pace Giusta. L'appuntamento è fissato per le 10 in piazza Vittime Moby Prince (Darsena Porto). In contemporanea si terranno analoghe iniziatriva a Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma e Torino.
La Sardegna avrà un motivo in più per scendere in piazza: dire no all'utilizzo del territorio dell'Isola per le esercitazioni militari, la produzione e la sperimentazione di nuove armi utilizzate nelle guerre contro le popolazioni civili, i bambini, le donne, gli anziani. Ma è l'invocazione alla pace, il messaggio forte che verrà lanciato anche da Cagliari.
"Vogliamo esprimere in modo chiaro l'opposizione alla guerra e al linguaggio della forza, rispondendo all'appello nazionale delle reti pacifiste - ha spiegato il segretario regionale della Cgil, Fausto Durante, presentando la manifestazione di sabato - È un appello per la riconversione dell'economia di guerra in economia civile e di pace".
"Si deve considerare che in Sardegna - ha aggiunto il leader sindacale - l'area destinata ad uso militare e sottratta dallo Stato agli usi civili è pari a oltre 370 chilometri quadrati, pari a 37.000 ettari. I sardi da decenni chiedono che si proceda alla graduale riduzione di questa sproporzionata occupazione e, come abbiamo discusso nel nostro ultimo congresso, invitano la Regione sarda e il Governo nazionale perché si apra un confronto che porti alla riduzione delle servitù militari, alla bonifica dei territori inquinati dall'esplosione degli ordigni e alla dismissione di beni immobili in uso alle forze armate, da destinare alle comunità, favorendone l'utilizzo per scopi economici e sociali".
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