Braccio di ferro e trattative serrate tra maggioranza e opposizione, fuori dall'Aula del consiglio regionale, dove era in corso la discussione sulla mozione per il cessate fuoco a Gaza. Tra una conferenza dei capigruppo e l'altra si doveva stabilire il calendario delle prossime riunioni e sciogliere l'ingorgo istituzionale che rischia di far saltare scadenze importanti.
Risultato: i lavori del Consiglio riprenderanno il 5 novembre, e all'ordine del giorno vedranno per primo il ddl 53 di variazione di bilancio, da approvare il prima possibile per poter spendere le risorse destinate, e a seguire il ddl 45 sulle aree idonee per gli impianti da energia rinnovabile, insieme ad alcune mozioni. La maggioranza in realtà avrebbe voluto anticipare la data della seduta al prossimo lunedì 28, proprio per accelerare sulla manovra finanziaria che riassegna 530 milioni di risorse, ma l'opposizione ha rifiutato.
Dall'altra parte, poi, è stata la maggioranza a negare la richiesta di esame d'urgenza, secondo l'articolo 102 del regolamento, per la legge di iniziativa popolare cosiddetta Pratobello 24, incardinata nelle commissioni Ambiente e Attività produttive come "legge di iniziativa popolare n. 3 (impianti fotovoltaici industriali a terra e eolici terrestri e tutela del territorio)".
Bocciatura che ha scatenato la reazione dei capigruppo di opposizione: "Oltre 211mila firme non potevano assolutamente passare inascoltate - ha evidenziato Angelo Cocciu, di Fi -, era una promessa che abbiamo fatto ai sardi: non modificare la Pratobello ma chiedere immediatamente l'ingresso all'interno del Consiglio regionale. Noi andiamo avanti con la nostra strada, crediamo in questa iniziativa e speriamo che la maggioranza possa cambiare idea". Per Umberto Ticca, Riformatori, "il Consiglio regionale deve essere impegnato sulla stessa materia in un'unica sessione: quindi nel momento in cui si affrontano le aree idonee, va affrontata anche la proposta di legge per Pratobello".
E con la calendarizzazione della variazione di bilancio arrivano anche le proposte integrative proprio dall'opposizione che in mattinata ha illustrato in una conferenza stampa le proprie strategie per spendere i 530 milioni a disposizione: dall'abbattimento delle tasse aeroportuali (30 milioni) alle comunità energetiche (30 milioni), poi il comparto unico (30 milioni), i fondi per la perequazione degli stipendi nella sanità pubblica (30 milioni), la siccità (10 milioni) e il sistema di alta formazione (10 milioni).
Con la sanità al primo posto: "Se non si risolve la questione sanità a livello di riequilibrio territoriale, considerato che i territori svantaggiati continuano a subire tagli, questa variazione non la chiuderanno nemmeno a febbraio", ha sottolineato il capogruppo di Alleanza Sardegna Franco Mula.