"Tra circa quarant'anni, stando ad alcuni studi scientifici, Londra potrebbe avere il clima di Barcellona, Roma quello di Marrakech, e gli architetti del paesaggio stanno già da ora considerando questi cambiamenti climatici, in vista di un nuovo modello di progettazione degli spazi verdi nelle nostre città". Marco Scano, agronomo di Tempio Pausania e dottorando presso l'Università di Sheffield, né è consapevole da anni, da quando all'interno del vivaio di proprietà della famiglia ha deciso di ritagliarsi una zona di studio e sperimentazione, nella quale porta avanti alcune ricerche scientifiche che hanno come oggetto le piante ornamentali e il loro reagire ai cambiamenti del clima.
Scano, classe 1973, titolare dell'azienda Pratobello.com con sede a Tempio Pausania, disegna e realizza i giardini più belli della Costa Smeralda e della Gallura, partendo non solo dal progetto di garden, ma proprio dalla coltivazione delle specie che va ad impiantare. Attento osservatore e grande appassionato della natura, Scano e i suoi studi sulle piante ornamentali hanno da tempo attirato l'interesse dei ricercatori di Sheffield, con i quali porta avanti un progetto.
"Il mio dottorato di ricerca presuppone la creazione di un campo sperimentale, un progetto autofinanziato nella mia azienda a Tempio, con lo scopo di vedere come alcune comunità vegetali si comportano in maniera diversa quando vengono private dell'acqua e quando vengono tagliate, quindi in condizioni estreme e sempre più problematiche - racconta all'ANSA l'agronomo - Condizioni che negli anni andranno purtroppo a verificarsi sempre più spesso, in ogni parte del mondo", sottolinea Scano, che ha una visione molto chiara di come anche le amministrazioni comunali dovrebbero cominciare a progettare i propri spazi verdi.
"Si deve iniziare a considerare la costruzione di un nuovo tipo di giardino pubblico - spiega il ricercatore - Non più il prato che consuma acqua e risorse che non saranno più disponibili. Dimentichiamoci di vedere quelli che vengono definiti 'green desert', ossia grandi spazi ricoperti di erba senza biodiversità, con un'unica pianta. Questi modelli non sono già ora più sostenibili. Bisogna invece progettare giardini stabili, sostenibili e anche curativi, con la presenza degli insetti, in cui la natura entra realmente dentro la città, in maniera vibrante e viva. Questo è l'obiettivo dei ricercatori di Sheffield e dei progettisti: l'imitazione della natura all'interno dei centri abitati".
Un occhio sempre più attento verso la sostenibilità ambientale e l'altro verso l'aspetto puramente ornamentale: Scano è ben consapevole che i giardini servono ad abbellire le città, ma è anche sicuro che entrambi gli aspetti possano convivere in armonia. "Molte specie native della Sardegna sono estremamente resistenti al caldo, alla siccità e al fuoco e rispondono anche al requisito dell'ornamento". Piante di mirto, di lentischio e olivastri potrebbero dunque essere utilizzate in molti giardini in giro per il mondo, magari unite ad altre specie appositamente studiate e compatibili climaticamente.
Le ricerche di Scano nel suo laboratorio tempiese hanno già varcato la Manica e le sue sperimentazioni saranno al servizio di uno studio di New York, che deve realizzare un giardino-installazione alla prossima Biennale di Venezia. L'obiettivo del progetto è quello di educare alla climatizzazione degli ambienti umani, e sarà proprio l'agronomo sardo a fare da consulente per la scelta della piante.
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