(ANSA) - SASSARI, 09 NOV - Gli studi più recenti sul tumore
alla prostata aprono nuove strade per la diagnosi e il
trattamento personalizzato. A dirlo sono due studi portati
avanti dalle strutture di Biochimica clinica, Biologia
molecolare clinica dell'Uniss, diretta da Ciriaco Carru, e dalla
Clinica Urologica dell'Aou di Sassari, diretta da Massimo
Madonia.
Gli studi presentano l'Agmatina e i microRNA come
biomarcatori promettenti per una gestione più precisa e mirata
della malattia. L'appuntamento, patrocinato dall'Azienda
ospedaliero universitaria di Sassari, dall'Università di
Sassari, dalla Lilt Sassari e dalla Fondazione di Sardegna, ha
visto la partecipazione di esperti del settore.
"Gli studi - che come ha ricordato Ciriaco Carru sono stati
pubblicati nel 2022 su Biomolecules e The Journal of Molecular
Diagnostics - hanno individuato l'Agmatina come biomarcatore di
proliferazione cellulare nel carcinoma prostatico. Misurando i
livelli di Agmatina nel sangue, lo studio ha permesso di
classificare i pazienti in tre gruppi di rischio, supportando
una diagnosi differenziale e un monitoraggio della progressione
della malattia". L'esperto, inoltre, ha evidenziato come alcuni
microRNA siano strumenti molecolari cruciali per la gestione
clinica del tumore alla prostata. Questi microRNA, piccole
molecole di RNA non codificante, regolano processi cellulari
chiave e contribuiscono a un approccio di oncologia di
precisione.
La dottoressa Donatella Coradduzza ha presentato uno studio
preliminare sui biomarcatori circolanti, che consentono di
identificare precocemente la malattia e di distinguere le forme
più aggressive. Questa innovazione è fondamentale per
stratificare i pazienti secondo i profili di rischio,
migliorando l'efficacia delle terapie. La professoressa
Serenella Medici ha illustrato invece l'importanza dell'analisi
dei metalli pesanti come potenziali fattori di rischio. La sua
ricerca esamina come alcuni elementi presenti nel sangue possano
influenzare la progressione del carcinoma prostatico,
aggiungendo un nuovo tassello alla comprensione dei fattori
ambientali legati al tumore. Il professor Giuseppe Palmieri ha
sottolineato l'importanza della biopsia liquida nel trattamento
personalizzato del cancro alla prostata. Proprio con i test
genetici avanzati, è possibile identificare mutazioni specifiche
che guidano il trattamento e migliorano la gestione della
malattia, soprattutto nei pazienti con malattia avanzata. Questi
progressi permettono di calibrare meglio la terapia per ogni
paziente, implementando un'oncologia di precisione.
Un altro tema rilevante trattato è stato il supporto
psicologico ai pazienti oncologici. La dottoressa Stefania Sedda
ha discusso l'importanza della terapia psicologica, evidenziando
come il sostegno emotivo influisca positivamente sulla qualità
della vita dei pazienti e delle loro famiglie, aiutandoli a
gestire ansia e depressione.
Il valore dello screening tra gli uomini over 50 è stato
messo in evidenza dal dottor Alessandro Tedde che ha
approfondito il tema della robotica, e dalla dottoressa Giusy
Romano che ci ha portato nel campo delle nuove terapie e dei
nuovi protocolli terapeutici.
Il congresso ha anche esaminato le tecnologie più recenti in
ambito diagnostico e chirurgico. Il dottor Antonio Achene ha
spiegato come la Risonanza Magnetica multiparametrica, tecnica
avanzata non invasiva, consenta di distinguere le lesioni
significative da quelle a basso rischio, riducendo la necessità
di biopsie. Questo metodo migliora il comfort del paziente e
rende la diagnosi più accurata.
Nel dibattito un ruolo rilevante è stato data alla piattaforma
Da Vinci™ Single Port, una delle ultime innovazioni in chirurgia
robotica, è stata recentemente introdotta presso l'Aou di
Sassari. (ANSA).
Nuovi biomarcatori contro il tumore alla prostata
Sassari, progressi in diagnosi e cura del carcinoma prostatico